M5S, "In Sicilia non garantito diritto a interrompere gravidanza" - QdS

M5S, “In Sicilia non garantito diritto a interrompere gravidanza”

M5S, “In Sicilia non garantito diritto a interrompere gravidanza”

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giovedì 11 Novembre 2021

“Il ministero della Salute intervenga, nel rispetto delle proprie prerogative, per contenere l’eccesso di obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie siciliane e garantire il libero e pieno esercizio del diritto all’interruzione di gravidanza volontaria a tutte le donne dell’Isola”.

Lo chiede, in un’interrogazione parlamentare, il senatore del Movimento 5 stelle Vincenzo Santangelo.

“L’atto ispettivo – spiega – è stato sottoscritto da numerosi esponenti del Movimento 5 stelle, ma anche dalle capogruppo del Pd e del gruppo Misto Simona Malpezzi e Loredana De Petris.

Ritengo si tratti di un’iniziativa doverosa per garantire la piena applicazione della legge 194 in tutto il territorio nazionale anche laddove i diritti e le prerogative ivi previsti in favore di tutte le donne rischiano di essere maggiormente sacrificati, come purtroppo avviene in larga parte del territorio siciliano.

L’iniziativa prende le mosse dal documento promosso dalla Rete Consultiva Provinciale Donne Trapani che ha già ricevuto tantissime adesioni da parte di associazioni e cittadini e che adesso abbiamo deciso di portare in Parlamento e quindi all’attenzione del ministero della Salute. È intollerabile che oggi in Sicilia ci siano tantissime strutture pubbliche o convenzionate prive di medici e di altro personale sanitario non obiettore e che quindi venga compressa la libertà di autodeterminazione delle donne siciliane garantita dal nostro ordinamento”.

Nell’atto depositato, conclude Santangelo, “ho sottolineato l’importanza di individuare per ogni struttura pubblica e privata accreditata una dotazione organica necessaria e adeguata prevedendo un numero minimo di medici e operatori non obiettori di coscienza anche per garantire la piena applicazione della legge 194 e scongiurare il rischio che molte donne, specialmente nella fascia di popolazione meno abbiente, facciano ricorso a strutture clandestine”.

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