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Ma gli anziani non sono vecchi

Ma gli anziani non sono vecchi
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Armani, Vitale, Castorina

La guerra inutile di chi vuole andare presto in pensione è diventata nauseante. La legge pone l’età di sessantasette anni come termine ordinario, ma esso è solo diventato un’utopia perché in effetti nel 2024 l’età media di chi è andato in pensione è stata di 63,2 anni.
Non si capisce perché una donna o un uomo, che si possono considerare ancora abbastanza giovani a tale età, debbano smettere di lavorare e percepire un assegno da parte dello Stato che non è stato coperto, in tutto o in parte, dai contributi versati. Cosicché, il bilancio dell’Inps, principale ente previdenziale (ve ne sono altri), dev’essere sempre di più finanziato dalle casse dello Stato, trovandosi in una condizione di squilibrio finanziario costante.

Al riguardo, non si capisce perché non debba essere ben distinto il finanziamento per le pensioni vere e proprie da quello assistenziale, che ha un’altra funzione e cioè quella di colmare lo stato di povertà di milioni di italiane e italiani che non hanno provveduto nel corso della loro vita, anche lavorativa, a versare i contributi.

La questione si aggrava pensando che fra dieci o quindici anni il contributo dei lavoratori e delle lavoratrici attivi, oggi intorno ai ventiquattro milioni, non sarà sufficiente a pagare le pensioni, con la conseguenza che lo Stato dovrà aumentare il volume delle uscite per finanziare la parte mancante.
Quanto prima scritto ci porta dritti a una considerazione e cioé se chi va in pensione si percepisca vecchio o anziano.

Vi è un’abissale differenza fra i due termini: il vecchio pensa solo al momento in cui il corpo cesserà, conquistando la definitiva tranquillità tanto anelata durante il periodo lavorativo; l’anziano, invece, è consapevole che il proprio corpo subisce l’effetto del tempo, ma la sua mente rimane vigorosa e attiva, pensa e progetta, nonché tenta di raggiungere gli obiettivi.
Insomma, c’è chi si rassegna al non fare più nulla, quasi fosse una pena il fare, e chi, invece, nonostante l’età, ragiona come se avesse trenta o quarant’anni di meno. Una profonda differenza che interviene nella qualità della vita.

Fra chi rimane attivo o attiva – cioè l’anziano o l’anziana, che non è vecchio o vecchia – una delle principali attività riguarda l’informazione, che possono dare solo quotidiani e libri di carta, nonché film. Le tre categorie sono le gambe della cultura, che dovrebbe essere la base per far crescere un popolo.
In questo quadro vogliamo citare un grande anziano che non è vecchio, e cioè Giorgio Armani, che cinquant’anni fa inventò una Maison oggi nota in tutto il mondo e presso la quale si reca costantemente per continuare a indirizzarla, nonostante i suoi novantuno anni.
Ricordiamo anche Charles Aznavour, che alla stessa età teneva recite in tutti i più grandi teatri del mondo.

Un altro grande italiano è Marco Vitale – anziano, ma non vecchio – che ha appena compiuto i novant’anni, ma che continua la sua attività professionale di scrittore, giornalista e consulente, sempre presente alla sua scrivania.
Vogliamo anche citare un altro grande anziano siciliano di cui vi daremo notizia fra poco.
Si tratta di Salvatore Castorina, prossimo ai novantasette anni, il quale mantiene una lucidità mentale incredibile, unitamente a un’agilità di pensiero e di parola. è stato il fondatore di un gruppo sanitario siciliano, che oggi impiega direttamente e indirettamente oltre mille persone; un faro per la Sicilia che molti dovrebbero imitare.

Intendiamoci, non stiamo facendo un’osanna ai novantenni, bensì solo una dimostrazione che l’età – al di là del corpo che ha le sue regole – non deve influenzare la mente, che può restare vivida e viva fino all’ultimo momento.

Va da sé che bisogna mantenere anche il corpo nelle migliori condizioni possibili, adottando uno stile di vita salutistico, pur senza rinunziare a qualche peccatuccio di gola, che però dev’essere distanziato.
In questo quadro non posso non ricordare il caro Pippo Baudo, scomparso in questi giorni e di cui si è celebrato ieri il funerale, che non ha avuto la fortuna di toccare i novanta per un pelo. Anche lui un grande e un esempio di chi pensa, progetta e realizza senza sosta finché la salute lo consente.