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Ma l’Occidente lo sa?

Ma l’Occidente lo sa?

Quella in campo in questi giorni sembra una guerra antica, da seconda guerra mondiale, una guerra di posizione

Quella in campo in questi giorni sembra una guerra antica, da seconda guerra mondiale, una guerra di posizione, fatta da carri armati che avanzano con lentezza. A parti ribaltate Kiev è la nuova Stalingrado con il Nemico alle porte.

Nel frattempo ai più, al di là della generale o generica condanna dell’uso della forza, sfuggono le ragioni di questo conflitto fratricida. Molti pensano che le vere ragioni siano economiche. Altri parlano di guerra etnica, non sapendo che l’etnia, al di là della lingua, è la stessa. Gli Ucraini sono stati i primi Russi, venivano chiamati i Rus’ di Kiev, quando il territorio al di là del Don era abitato in maniera discontinua da popolazioni nomadi della steppa.

La vera ragione dell’invasione da parte russa si chiama paura. Da una parte c’è l’occidente che preme non soltanto con le sue formule militari o istituzionali, la Nato e la UE. Il suo pressing vero si chiama democrazia. L’Occidente, nelle sue sfumature, spesso contraddittorie ed ambigue, esporta la democrazia come fosse la Coca-Cola. Senza pensare che altri popoli, altre culture, non conoscono o addirittura disconoscono il valore della democrazia. La Russia, non solo Putin, non conosce la democrazia, non solo perché non l’ha mai provata. Intanto chiediamoci se la può permettere?

La Russia è lo stato più grande del mondo, va dal Don alla Siberia, è grande quanto Canada e Cina messi insieme. Tiene insieme un infinito gruppo di popolazioni semite, come fosse la terra della Genesi.

L’elite del paese è ugro-finnica, come gli Ucraini, il resto del paese no. È compatibile, per una forma nazione così composita geopoliticamente, la democrazia? L’Occidente questo non se lo chiede. Dal crollo del muro di Berlino avanza ad est, prima con il marco ora con l’euro. Scambia merce e apre sportelli bancari. La sola Unicredit ha 75 sportelli in Russia ed è esposta per 15 mld.

Il diritto ed i diritti hanno via via avuto patria in Occidente dall’epoca dei lumi, nel Regno Unito anche prima, cosa che non ha impedito ai vari Stati europei di essere coloniali e pieni di controversie regionali per secoli. Oggi pensiamo che Putin, o chi verrà dopo di lui, accetti la democrazia come un pacco di Amazon, con dentro un mobile Ikea da montare. Certo in alcune città russe ci sono giovani che stanno su Instagram e su tik tok, che scendono in piazza, ma tutto questo basta? È questo il tempo, tutti al mondo ci dobbiamo uniformare al modello, spesso pseudo democratico, legato al censo dei popoli occidentali, per esportare così la democrazia? L’Iran dello Scià, non certo un democratico, era più moderno di oggi, c’era la minigonna negli anni ’70 a Teheran. Ed oggi è tornato al suo antico respiro culturale orientale. Lo stesso è accaduto dopo due invasioni, una sovietica ed una occidentale, in Afghanistan.

L’orso russo, allevato con il miele del denaro occidentale, non temeva le api laboriose che infestavano il suo territorio. C’era un patto, scambio si, ma nient’altro. Ora la sua foresta si illumina di torce e lumi democratici portatori di diritti, e già con il caso Navalnj ci ha fatto capire di non gradire. La sua è paura, e reagisce per difendere il suo mondo, prima che i lupi della steppa in branco si ribellino e lo sbranino. È già successo con la fine delle repubbliche sovietiche. La Russia del dopo Putin potrebbe scomparire sulla carta geografica, dissolversi senza una colla che la tenga assieme. Potrebbe finire, su larga scala, come con la ex Jugoslavia.

Putin ha paura della parola democrazia, non della Nato. Infatti parla di fine del liberismo occidentale cercando di esorcizzare quello che per lui è il diavolo. Cosa su cui anche noi occidentali dovremmo riflettere, ma invece andiamo avanti come mandrie di bovini.

L’Occidente lo sa cosa sta facendo?

Putin è un tiranno, un sadico satrapo. Noi però non pensiamo di essere nel giusto. Siamo solo dalla parte dei vincitori, forse. Fino a quando non arriverà uno con gli occhi a mandorla più vincente di noi.

Così è se vi pare.