Gli incendi stanno divorando chilometri e chilometri quadrati di boschi e vegetazione nel Sud (Campania, Calabria e Sicilia in primis). Non vi sono notizie altrettanto disastrose per quanto concerne le otto regioni del Nord e neanche per qualcuna del centro Italia. Tutte queste regioni hanno estensioni boschive e aree a verde più vaste di quelle del Sud.
Anche in questo caso vi è una questione settentrionale ed una meridionale.
Perché questa vistosa differenza su una questione cruciale che distrugge ambiente ed economia? Perché nel Sud ci sono molti incendiari ed interessi nascosti, ma diffusi, per appiccare il fuoco nelle foreste.
C’è un’altra questione e cioè quella di civiltà, di cultura e di ricchezza, che si contrappongono all’ignoranza, alla povertà e all’inciviltà. Dunque tutto si ricollega alla questione primaria: lo sviluppo nel Nord e il degrado economico nel Sud.
La questione è lampante ed anche la responsabilità dei governi di questi ultimi decenni che non hanno fatto quasi nulla per fare decollare il Mezzogiorno.
Ma vi è anche una responsabilità non secondaria delle Giunte regionali con a capo i presidenti eletti dal popolo che, ignominiosamente e stupidamente, vengono denominati “Governatori” dagli operatori dell’informazione e, in genere, da tutti i mass media.
Ma che razza di “Governatori” sono se non sanno governare neanche la propria casa e le proprie attività? È vero, sono stati eletti dal popolo a suffragio universale. Quali erano i curricula di questi “Governatori-Presidenti”? Quali competenze avevano? Di quali esperienze erano dotati per assumere l’importante ruolo nei vertici delle istituzioni regionali?
Ritorniamo alla questione di fondo e cioè che non è più possibile la candidatura di cittadini che non abbiano dimostrato di possedere i requisiti necessari per andare a governare Regioni che gestiscono bilanci miliardari. Per esempio, la Regione siciliana ogni anno ha un bilancio di circa sedici miliardi, le cui uscite (certe) sono destinate quasi tutte all’assistenzialismo e pochissimo agli investimenti. Come dire alimentano la povertà e non la crescita.
Ma torniamo agli incendi.
La situazione della civiltà della popolazione meridionale non è risolvibile in tempi brevi. Ci vogliono programmi di medio e lungo termine per incentivare l’economia insediando infrastrutture produttive, stimolando le imprese agricole, sostenendo le start up e, in genere, tutto il settore dei servizi, dalla logistica al turismo.
Tuttavia, gli incendi che si sviluppano continuamente, soprattutto in questo periodo di caldo eccezionale, debbono essere affrontati ora.
In Sicilia ci chiediamo perché non vengano messi sul campo i circa tredicimila stagionali (fra centocinquantunisti, centunisti e settantottisti) che comunque la Regione paga, che dovrebbero stare sul campo notte e giorno in base a turni predeterminati.
Tenuto conto che in Sicilia vi sono circa trecentomila ettari di boschi, la metà che in Lombardia, i tredicimila controllori sul campo, muniti di appositi Iphone, potrebbero avvertire immediatamente ogni filo di fumo che dovesse sorgere da qualunque parte della superficie boschiva.
Poi vi sarebbe un programma di medio termine e cioè acquistare servizi da società che gestiscono microsatelliti e satelliti normali, le quali sono in condizione di esplorare metro per metro tutto il territorio, come per esempio fa Google Maps. Se è possibile vedere, ripetiamo, metro per metro tutto il territorio, non si capisce perché questo sistema di vigilanza non possa funzionare per cogliere immediatamente ogni focolaio che dovesse accendersi.
Ci si chiederà: nessuno ci ha pensato, o qualcuno ci ha pensato, ma non ha fatto nulla? Non sappiamo. Resta la realtà che tutte le Regioni del Sud colpite dai piromani potrebbero essere sorvegliate giorno e notte sia dagli addetti ai lavori, purché sul campo e non a casa loro, che dai satelliti.
La questione che portiamo all’opinione pubblica è evidente, semplice nell’enunciazione e non complicata nell’esecuzione. Ci auguriamo che qualcuno la faccia propria e agisca con tempestività e competenze.