Minacce, pizzo, estorsioni e violenza tra Trabia, Caccamo e San Mauro Castelvedere. Intervenuto nelle scorse ore, il gup di Palermo – dopo quanto emerso nel corso delle indagini – ha condannato, con il rito abbreviato, complessivamente a oltre un secolo di carcere i boss, dei gregari ed estortori dei clan mafiosi dei luoghi indicati.
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Le pene, che vanno dai 6 mesi ai 15 anni e 6 mesi, nascono dalle lunghe indagini (di due anni almeno) e dal processo che riguarda i mandamenti mafiosi presenti sulle Madonie, a Palermo. Nel corso del processo, sono state emesse anche delle assoluzioni per sei persone inizialmente coinvolte nel blitz.
Mafia ed estorsioni sulle Madonie. Scovati membri di un clan
Secondo quanto emerso dalle indagini, messe in moto dai carabinieri e durate circa due anni, sarebbero decine le richieste di pizzo scoperte e rivolte a imprenditori del luogo impegnati nel settore edile soprattutto. Finite sotto minaccia però anche alcune ditte del settore immobiliare, agricolo e onoranze funebri, con il denaro incassato dalle estorsioni dei malviventi che finivano nelle casse del clan palermitano, attivo sulle Madonie.
Il tutto, infatti, si svolgeva secondo le indagini condotte dai carabinieri del luogo nei territori di Trabia, Caccamo, San Mauro Castelvedere e, a ricevere la pena maggiore dopo il processo – con rito abbreviato – è stato Luigi Antonio Piraino: per lui una condanna di 15 anni e 6 mesi per i reati elencati.

