Il volume d'affari nazionale complessivo annuale delle agromafie è salito a 24,5 miliardi di euro con un balzo del 12,4% nell'ultimo anno.
“Sulle attività imprenditoriali agricole dell’Isola gravano le pessime infrastrutture che aumentano i costi dei trasporti e proprio la mancanza di alternative, facilità l’azione della criminalità”. Così la Coldiretti Sicilia sull’operazione di polizia, carabinieri e guardia di finanza di Siracusa contro il clan Trigila, attivo nei nella zona sud-orientale della provincia aretusea, tra Noto, Avola, Pachino e Rosolini.
Secondo la Dda di Catania la cosca, avvalendosi della forza di intimidazione si era assicurata una posizione dominante nei comparti del trasporto su gomma di prodotti ortofrutticoli, della produzione di pedane e imballaggi e della produzione e commercio di prodotti caseari, influendo e alterando le regole della concorrenza. “Agrumi, trattori, olio, motori – sottolinea Coldiretti Sicilia – ogni giorno nelle campagne siciliane viene rubato di tutto e solo maggiori controlli riducono il danno che gli agricoltori sono costretti a subire”.
A questo si somma un sistema che impone pizzo, guardiania e vessazioni varie. Il volume d’affari nazionale complessivo annuale delle agromafie è salito a 24,5 miliardi di euro con un balzo del 12,4% nell’ultimo anno – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia -. Come ha fatto di recente l’imprenditore Giuseppe Condorelli la denuncia rimane l’unico mezzo di difesa.