Mafia, confiscati beni per undici milioni a imprenditore - QdS

Mafia, confiscati beni per undici milioni a imprenditore

Mafia, confiscati beni per undici milioni a imprenditore

lunedì 13 Gennaio 2020

Gabriele Stanzù, ufficialmente agricoltore di Capizzi (Enna), coinvolto nel 2005 nell'operazione "Dioniso" della Dda di Catania, venne condannato per omicidio e per aver favorito la latitanza di un boss di Gela

Beni per quasi undici milioni di euro sono stati confiscati a un imprenditore agricolo di Capizzi, nell’Ennese, dai carabinieri di Enna e del Gico della Guardia di Finanza di Caltanissetta, coordinati dalla Ddda nissena.

L’imprenditore, Gabriele Stanzù di 59 anni, fu coinvolto nell’operazione antimafia denominata Dioniso, coordinata, tra il 2004 e il 2005, dalla Dda di Catania.

L’uomo fu condannato a 14 anni di carcere per l’omicidio di Francesco Saffila, e indicato dagli inquirenti tra quelli che agevolarono la latitanza del boss gelese Daniele Emanuello.

Su ordine del Tribunale di Enna sono stati confiscati 349 ettari di terreno, otto fabbricati nelle campagne dei comuni di Valguarnera, Aidone, Enna e Piazza Armerina, nove autovetture, tre conti correnti bancari e tre società operanti nel settore agricolo e zootecnico.

I beni erano già stati sequestrati nel 2017 dal Tribunale di Enna.

Due anni fa, infatti, proprio seguendo il flusso patrimoniale di Gabriele Stanzù, che le dichiarazioni rese da numerosi collaboratori di giustizia avevano indicato come contiguo a Cosa Nostra, era stata lanciata un’altra operazione, denominata Nibelunghi.

L’inchiesta aveva accertato che i parenti avevano continuato a gestire il patrimonio di Gabriele Stanzù, attraverso trasferimenti fittizi di beni direttamente o indirettamente riconducibili a quest’ultimo.

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