Mafia: due bossoli per Antoci, scattano le misure di sicurezza

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Mafia: due bossoli per Antoci, scattano le misure di sicurezza

Redazione  |
sabato 10 Giugno 2023

L’ex presidente del parco dei Nebrodi costretto da anni a vivere sotto scorta dopo le denunce sulla mafia dei Nebrodi

Momenti di tensione ieri a Bologna all’arrivo di Giuseppe Antoci, l’ex presidente del parco dei Nebrodi costretto da anni a vivere sotto scorta dopo le denunce sulla mafia dei Nebrodi. Antoci era arrivato dalla Sicilia per partecipare, a Marzabotto, al Festival delle Memorie Civili e Ambientali, località coinvolta nell’operazione Nebrodi attraverso la quale si scoprí che un pezzo di quella terra risultava inserita nei fascicoli aziendali delle cosche mafiose che lucravano milioni di Euro di Fondi Europei per l’Agricoltura. Da quell’operazione della Dda di Messina, dei Carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza, che portó agli arresti di 101 persone e al sequestro di 150 aziende agricole per mafia, scaturì il Maxiprocesso Nebrodi che, lo scorso 31 ottobre, inflisse condanne per più di sei secoli di carcere ai clan dei batanesi.

L’attentato del 2016

Al suo arrivo, prima del convegno, Antoci si era recato in Hotel ma i poliziotti del dispositivo di sicurezza del Presidente hanno subito rinvenuto, vicino la porta d’ingresso, due bossoli usati e posizionati proprio vicino alla vetrata adiacente l’ingresso della struttura alberghiera. Immediate le misure di sicurezza ed immediato anche lo spostamento di Antoci dentro una caserma dei carabinieri dove ha passato la notte. Proprio a dicembre, grazie ad un’operazione dei carabinieri, si scopri che dai detenuti al 41 bis era partito l’ordine di colpire ancora una volta il Presidente Antoci, già vittima nel 2016 di un attentato mafioso e rimasto illeso grazie all’intervento della scorta che, dopo un violento conflitto a fuoco, mise in fuga gli attentatori. Ieri un altro brutto segnale, un’altra conferma dell’allerta massima che vige attorno al Presidente Onorario della Fondazione Caponnetto, “nemico giurato delle cosche mafiose” e oggi fra gli uomini più scortarti d’Italia.

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