Mafia, il calvario giudiziario di un commercialista catanese - QdS

Mafia, il calvario giudiziario di un commercialista catanese

Mafia, il calvario giudiziario di un commercialista catanese

mercoledì 08 Settembre 2021

"La Giustizia c'è, ma resta il dolore" ha commentato il professionista, 80 anni, dal 2005 al centro di condanne e assoluzioni. La sentenza definitiva dopo aver scontato una condanna a sei anni e mezzo

“La Giustizia esiste, ma il dolore resta inciso nelle carni”.

Lo ha detto il ragioniere commercialista Santo Giammona, ottant’anni, dopo la sentenza di revisione pronunciata a marzo, e da ieri irrevocabile, dalla Corte di Appello di Reggio Calabria (nella foto): i giudici lo hanno assolto sancendo che non è un affiliato di Cosa Nostra.

Giammona era stato arrestato a Catania la notte del 7 luglio 2005 per concorso in estorsione aggravata e partecipazione all’associazione mafiosa.

Il Tribunale della Libertà aveva annullato l’ordinanza di custodia con due procedimenti distinti: l’associazione mafiosa, legata secondo l’accusa a Francesco La Rocca, davanti il Tribunale di Caltagirone e quella di estorsione nei confronti di un suo cliente a Catania.

Il Collegio calatino aveva condannato Giammona a otto anni di reclusione, confermata dalla Corte d’Appello catanese.

Il Tribunale di Catania aveva invece assolto Giammona dal reato di estorsione, ma la Corte di Appello, il nove giugno 2011, aveva ribaltato la situazione condannando l’uomo a dodici anni.

Poi, a seguito di annullamento disposto dalla Corte di Cassazione, era stata sancita la definitiva assoluzione del Giammona per il reato di estorsione. La sentenza aveva infatti stabilito che il professionista aveva agito nell’interesse della vittima.

Giammona, in sostanza, era stato incaricato dall’imprenditore, titolare di una catena di supermercati, di pagare i mafiosi.

La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catania ha sempre respinto le richieste della Procura di natura personale che patrimoniale.

Giammona, divenuta definitiva la condanna per mafia, aveva scontato, in ragione della concessione del beneficio della liberazione anticipata, la condanna a sei anni e sei mesi di reclusione, parte in carcere e parte in regime di detenzione domiciliare per gravi malattie che lo rendevano anche non vedente.

Dopo le nuove dichiarazioni di collaboratori di giustizia e della sentenza assolutoria per il delitto di estorsione, Santo Giammona ha presentato richiesta di revisione davanti la Corte di appello di Messina, ma la domanda è stata rigettata.

La Corte di Cassazione annullava il provvedimento dei magistrati messinesi e investiva la Corte di Appello di Reggio Calabria che, in accoglimento degli argomenti prospettati dagli avvocati Maria Donata Licata e Vincenzo Mellia del Foro di Catania, statuiva, definitivamente, l’innocenza dell’anziano commercialista.

“Questi, inutile a dirsi – sottolineano i suoi legali – ha perduto tutto: libertà, salute, studio professionale ed estimazione sociale. Adesso, vinto dagli anni e dalle malattie, la Giustizia gli ha però restituito la dignità”.

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