Sequestrate due case del valore di 300 mila euro, costruite abusivamente, riconducibili a Pietro Crescimone, 60 anni, indicato come un esponente del clan Trigila di Noto. Attualmente, recluso
Gli agenti della Divisione anticrimine della Questura di Siracusa hanno sequestrato due case del valore di 300 mila euro, costruite abusivamente, riconducibili a Pietro Crescimone, 60 anni, indicato dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania come un esponente del clan Trigila di Noto.
Il provvedimento
Il Provvedimento ultimo è stato emesso dalla Sezione Misure Patrimoniali del Tribunale di Catania che ha rivalutato positivamente le integrazioni investigative svolte d’intesa dalla Procura della Repubblica di Catania e dalla Divisione Polizia Anticrimine di Siracusa sui beni riconducibili al Cresimone Pietro, in un primo momento rimaste escluse dal Decreto di Sequestro comminato nei confronti dello stesso nel marzo 2021.
Il profilo di Pietro Crescimone
Le Misure di Prevenzione patrimoniali adottate si fondano sulla “qualificata” pericolosità sociale del soggetto acclarata dalla commissione di una moltitudine di delitti posti in essere sin da giovanissimo prevalentemente contro il patrimonio, con violenza sulle cose e le persone, facendo ricorso anche all’uso delle armi.
Accadeva però che a partire dal maggio 2017, Crescimone Pietro è stato arrestato e colpito da altri provvedimenti cautelari che lo vedono pienamente inserito nella consorteria mafiosa dei “Triglia– Pinnitula” di Noto.
Crescimone, è stato tratto in arresto in flagranza di reato poiché trovato in possesso di 71 chili di sostanza ad effetto stupefacente del tipo “hashish”, successivamente per il tentativo di estorsione in danno di una ditta incaricata della raccolta dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Noto – “Operazione Piazza Pulita” e, ancora, nell’ambito dell’operazione denominata “Vecchia Maniera” gli veniva riconosciuto un ruolo di assoluto rilievo nell’attività criminale del clan, per conto del quale commetteva molteplici reati quali detenzione, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione in concorso e danneggiamento detenendo, portando al seguito e facendo uso delle armi.
L’assoluta sproporzione tra i beni posseduti Pietro Crescimone e i redditi dichiarati inesistenti, attestano come le proprietà oggetto del provvedimento siano riconducibili ai proventi derivanti dalle attività delittuose dallo stesso commesse negli anni.