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Mafia a Porto Empedocle, James Burgio al 41 bis

Mafia a Porto Empedocle, James Burgio al 41 bis
Carcere, immagine di repertorio

Si inasprisce la pena per il 32enne, già in galera per tentato omicidio: avrebbe continuato a dirigere dal carcere le attività gestendo traffici di droga e ordinando agguati grazie a telefoni cellulari introdotti illegalmente

James Burgio, ritenuto figura di vertice dell’indagine sui clan mafiosi di Porto Empedocle e Villaseta, già detenuto dal 2018, andrà al cosiddetto “carcere duro”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha, infatti, firmato il decreto di applicazione del regime del 41 bis.

Si inasprisce, così, la pena per il 32enne, già in galera per tentato omicidio. Avrebbe, infatti, continuato a dirigere dal carcere le attività del gruppo, gestendo traffici di droga e ordinando agguati grazie a telefoni cellulari introdotti illegalmente. Secondo gli investigatori, la sua ascesa criminale sarebbe stata favorita dal legame con la figlia del boss Antonio Massimino, che gli avrebbe garantito autorevolezza e influenza negli ambienti mafiosi agrigentini.

Il blitz dello scorso dicembre

Durante un blitz avvenuto nel dicembre scorso, gli inquirenti hanno scoperto messaggi inviati da Burgio ad altri indagati tramite smartphone. La successiva perquisizione in cella e il sequestro di un telefono hanno confermato la sua capacità di impartire ordini e gestire i contrasti interni al clan.

Con la firma del decreto ministeriale, Burgio entra ufficialmente nel regime del carcere duro, riservato ai detenuti ritenuti ancora in grado di mantenere contatti con le organizzazioni mafiose. Il provvedimento, che impone severe restrizioni nei rapporti con l’esterno, è stato notificato al suo legale, l’avvocato Salvatore Pennica, che potrà presentare ricorso.

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