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Antonino Lo Re

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Giovanni Pizzo  |
mercoledì 04 Maggio 2022

La passione di Roberto Lagalla per Palermo non è nuova. La partita elettorale ancora deve iniziare ma il verdetto sembrerebbe scontato

La passione di Roberto Lagalla per Palermo non è nuova, ci puntava da tempo, è forse la stessa corrispondenza di amorosi sensi del film del 1954 con Rock Hudson e Jane Wyman. Anche lì si parla di un giovane che diventa medico, in quel caso cristiano e non democristiano, per salvare la sua amata restituendole la vista.

Palermo più che cieca è ormai orba di tanto spirito, dopo decenni di declino è approdata ad uno stato di degrado. Il radiologo Lagalla pensiamo che abbia già fatto la Tac a questa città, diruta e sdrucita, e oggi, incoronato dal patto delle Palme, senta addosso tutto il peso di una responsabilità. La partita elettorale ancora deve iniziare ma il verdetto sembrerebbe scontato. Le liste di cui dispone variano da dieci a dodici, più del doppio di quelle di Franco Miceli. Per lui, con l’effetto di trascinamento, correranno da 400 a quasi 500 candidati al consiglio comunale contro i 160 dell’avversario più forte. Sulla carta non c’è storia. Certo poi c’è la battaglia elettorale, la tensione emotiva ed ideologica, Bella Ciao e No paseran, ma difficilmente, a parte la sconfitta sulla Manica dell’Invincible Armada, potrebbe essere ribaltato il pronostico che lo vede vincente a tavolino. La battaglia più difficile, quella di fare ritirare tutti gli altri candidati della sua area, è stata vinta. Ha prevalso la paura di contarsi delle fazioni che compongono il centrodestra siciliano.

Primum vivere, hanno pensato tutti i capi partito, riprenderemo a filosofare deinde. In questa pratica risoluzione saranno sicuramente stati spinti dai candidati al consiglio, che temevano di non essere eletti in un quadro disunito e senza premi di maggioranza.

Roberto Lagalla, può piacere o meno, non è un neofita, ha dovuto affrontare altre sfide, dal governo regionale alla gestione del più grande Ateneo siciliano. Palermo è una sfida decisamente più gravosa, non solo per dimensione, ma per lo stato in cui oggi è questa città, precedentemente Felicissima oggi degradata. Le sue classifiche sono impietose, ma i palermitani che imprecano per buche e disservizi, per defunti abbandonati e per il traffico, per sporcizia e incuria, non hanno bisogno di classifiche. Il disastro è davanti i loro occhi che forse tengono chiusi per non inorridire.

Riuscirà il medico Lagalla a fargli tornare una vista possibile? Intanto c’è la campagna elettorale ed il voto, poi le diatribe interne su Vicesindaco e posti in giunta o al sole, poi si vedrà. Forse.

Così è se vi pare.

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