Mai usare prepotenza convincere è vincere - QdS

Mai usare prepotenza convincere è vincere

Carlo Alberto Tregua

Mai usare prepotenza convincere è vincere

martedì 10 Settembre 2019

Cos’è la prepotenza? Un atteggiamento di chi impone ad altri il proprio volere, anche a costo di fargli un sopruso.
Si dice che con la prepotenza non si ottenga nulla, ma non è totalmente vero perché i prepotenti qualche volta ottengono quello che vogliono, approfittando della debolezza altrui.
Alla base di questo deleterio comportamento c’è sicuramente una crassa ignoranza, l’assenza di quella cultura che Gioacchino Giuseppe Belli, poeta romano, al suo Marchese del Grillo fa esclamare: “Io so’ io e voi non siete un c…”.
Chi è prepotente non conosce neanche le minime regole del convivere, quali il rispetto verso gli altri e la propria incapacità di sapere tutto. Infatti chi sa tutto non sa niente, chi dice di sapere fare tutto nella realtà non sa fare nulla.
Il prepotente è iroso, alza la voce perché non ha argomenti e pensa che il tono alterato possa convincere i terzi, facendo loro accettare la propria volontà.
È borioso, preso di sé, non conosce la realtà, non sa che la sua mancanza di capacità a spiegarsi non è un punto di forza, bensì di debolezza.

Una delle forme più comuni di prepotenza è quella che si manifesta nelle strade ove il Nostro mostra tutta la sua inciviltà, quando pretende di superare in modo inappropriato, quando viola costantemente il Codice della strada, quando manca di rispetto agli altri automobilisti ai quali rivolge un viso feroce e contratto, sperando di incutere paura.
Ai più questo atteggiamento fa scoprire subito il gioco del prepotente: fa capire che si tratta di un essere umano che non può ancora definirsi persona in quanto non possiede l’essenza ed i requisiti della stessa, che si condensano appunto nel rispetto verso i terzi.
Il prepotente urla e strepita se è un componente della Comunità normale. Se poi, per sua fortuna, diventa qualcuno, Dio ce ne scansi, la sua prepotenza aumenta perché, se prima guardava dall’alto della sua dimensione umana gli altri, dopo li guarderà da altezze stratosferiche (secondo lui), non accorgendosi che può precipitare.
L’opposto del prepotente è colui, o colei, che ha cognizione della propria pochezza, che ha consapevolezza della propria immensa ignoranza, che si rende conto che anche se ha letto cinquemila libri ed ha squarciato il velo di tante questioni che non sapeva, la parte che continua a non conoscere è sempre grandemente preponderante.
Non sempre, ma spesso, la persona di cultura è anche umile.
Egli sa che quando dialoga con i terzi deve utilizzare argomenti convincenti, spiegare bene i fatti, le sue proposizioni, le sue intenzioni, i suoi convincimenti e chiederne il consenso.
Quando si propone qualcosa agli altri bisogna sempre spersonalizzarsi, nel senso che non si deve tentare di imporre il proprio punto di vista, anche semplicemente argomentando, bensì esaltare il punto di vista e l’interesse altrui.
La domanda che l’interlocutore deve porre è: “Ritieni che quanto io espongo sia di tuo interesse?”. Se la risposta è positiva l’incrocio fra le intenzioni dei due interlocutori si conclude di conseguenza.

La regola che bisognerebbe seguire quando si parla con gli altri è quella di esporre argomenti fra loro ben collegati, in modo semplice, comprendendo che vi è un’alta probabilità di convincere il soggetto con cui si sta dialogando.
Lo stesso modo di pensare e di fare va utilizzato quando si interloquisce con un insieme di persone o con una platea di persone.
Naturalmente non ci riferiamo agli affabulatori, né agli illusionisti, cioè quelli che fanno vedere lucciole per lanterne. Ci riferiamo a persone serie, che usano argomenti seri, per spiegare e per convincere.
Chi non è prepotente accetta di buona grazia tutte le osservazioni al proprio punto di vista e lo modifica di conseguenza quando lo ritiene opportuno.
Insomma, si tratta di una competizione tra persone verso il meglio, verso la soluzione più idonea. Le vere persone sanno che: “Convincere è vincere”. E si regolano di conseguenza come modo di essere e come modo di vivere.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017