Makari 2 in prima serata il 7 febbraio, le rivelazioni di Domenico Centamore

Makari 2 in prima serata il 7 febbraio, le rivelazioni di Domenico Centamore
domenico Centamore in Makari

Domenico Centamore si racconta al QdS, da Incastrati a Makari 2, è oggi tra i personaggi più amati dagli italiani. Scopriamolo insieme

La sua carriera parla da sè: ventuno anni ricchi di cinema, tv e teatro, ma quando Domenico Centamore, e mi piace sottolineare nato a Scordia, ha scoperto l’amore per la recitazione?

Anche a me piace sottolineare che sono di Scordia perchè ci tengo. È la mia terra, la mia città e la amo. 

Ho scoperto la recitazione da ragazzino. In famiglia mia madre è la prima artista ed è grazie a lei se mi sono avvicinato a questa arte. Crescendo, ho iniziato a recitare nel teatro di paese visto che mio zio lo faceva e a realizzare dei cortometraggi con gli amici. Così è cresciuta la mia passione. 

Ricordo ancora la prima volta che dissi a mio padre di voler fare l’attore. Lui commentò: “Non ti preoccupare…ora è una cosa che ti passa”. Sembrava come se avessi una malattia: avevo 14 anni, abitavo in un paesino, volevo andare a Roma. Mio padre ha pensato stessi sognando. Invece era una cosa che avevo dentro e piano piano ci sono riuscito. 

Makari 2 in prima serata il 7 febbraio, le rivelazioni di Domenico Centamore

Quali sono gli incontri a cui deve tutto?

Ho avuto due incontri che sono stati la svolta della mia carriera. Il primo incontro è stato con Marco Tullio Giordana per I cento passi. È stato il mio primo ruolo di rilevanza in un film importante e di grande successo. Ho avuto l’opportunità di mettere in atto la mia bravura di attore. 

Il secondo incontro è stato con Ficarra e Picone per La matassa. Prima di questo film, avevo sempre interpretato ruoli drammatici. Grazie a loro, ho potuto dare sfogo alla mia comicità. E sono stato molto contento perchè amo far ridere la gente. 

Ha recitato in molti film sul fenomeno mafioso e sulla criminalità organizzata. La Sicilia ha avuto un ruolo anche nella sua carriera: sono molti i personaggi di cui lei ha dovuto vestire i panni. Pensa che sia stato un limite per la sua carriera avere questa fisionomia estetica? 

No, non è stato un limite e non la vedo così. Sono un attore caratterista e ne vado fiero. Ho amato gli attori caratteristi nei film di Monicelli, di Zeffirelli e di grandi registi ed erano importantissimi. Il mio aspetto fisico e i miei tratti estetici mi hanno favorito. Sono stati la mia fortuna. 

Conoscerà il dibattito nato sulla serie Gomorra, criticata per essere diseducativa e secondo alcuni fonte di emulazione e di apologia della criminalità organizzata. Dicevamo che lei ha interpretato molti ruoli di questo genere. Qual è la sua opinione? 

Nella scelta tra parlarne e non parlarne, io sono sempre per il parlarne. È bene che le nuove generazioni sappiano cosa sia successo anche attraverso la visione di questi film. È vero che si deve evitare di enfatizzare i mafiosi perchè è sbagliato. È pure vero che un bambino di dieci anni non può guardare da solo per esempio “Il capo dei capi”, ma dovrebbe sempre essere affiancato dai genitori che spiegano. 

Negli anni ci sono state anche delle belle chiavi di lettura. Penso a Pif che con “La mafia uccide solo d’estate” sdrammatizza e ridicolizza i mafiosi, mostrandoli per quello che sono ossia gente cattiva, ignorante, stupida. I MIGLIORI REGISTI CON CUI CENTAMORE HA LAVORATO. SCOPRI CHI SONO, CONTINUA LA LETTURA

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