In ventuno anni di carriera ha lavorato con moltissimi registi. Ne cito solo alcuni: Marco Tullio Giordana, Paolo Sorrentino, Pif, Francesco Munzi, Matteo Garrone, Ficarra e Picone, Giuseppe Tornatore. Secondo lei, qual è il miglior regista che un attore possa desiderare?
Il miglior regista deve saper instaurare un dialogo con l’attore. Deve saper parlare all’attore che a sua volta deve saper percepire le parole del regista. Solo così nasce un bell’affiatamento. Io dico sempre che da ogni film ho imparato qualcosa e sono cresciuto, proprio perchè vi è stato questo dialogo con i vari registi.
Per carattere, come attore mi affido molto ai registi.

Cinema, tv, teatro: lei è un attore poliedrico. Cosa ama di più?
Il cinema. Io amo la macchina da presa. È come se fossi innamorato. Il cinema, il set sono la mia vita.
Lei ama rivedersi?
Negli anni c’è stata una trasformazione. Nei primi anni di carriera cercavo di non rivedermi mai. Negli ultimi anni, invece, mi piace farlo anche se a distanza di tempo dall’uscita del progetto. Sono sempre critico con me stesso, ma mi salvo perchè mi confronto sempre con mia moglie e mi aiuta.
Cosa è il talento per lei?
Per me il talento è passione, umiltà, grinta e crederci fino in fondo a quel sogno che hai.
Che ruolo giocano il successo e la popolarità?
Cerco di esserne distaccato. Per questo mi piace tornare a Scordia, il mio paese. Io ho una cartolibreria e, quando posso, ci vado a lavorare. Mi piace distaccarmi dal mondo dell’attore perchè fa bene. Il diventare famoso ci vuole anche perchè è un modo per percepire se tu hai fatto bene. Se quando il pubblico ti incontra, ti ferma e vuole una foto con te, vuol dire che hai fatto bene il tuo lavoro, ma non si deve essere schiavo perchè fa solo male. AL VIA LA SECONDA STAGIONE DI MAKARI, TUTTE LE NOVITA’ RACCONTATE DA CENTAMORE. CONTINUA LA LETTURA

