Malattie delle donne, al Garibaldi di Catania tre Bollini Rosa - QdS

Malattie delle donne, al Garibaldi di Catania tre Bollini Rosa

Malattie delle donne, al Garibaldi di Catania tre Bollini Rosa

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lunedì 06 Dicembre 2021

L'Arnas Garibaldi di Catania ha ottenuto il maggior punteggio possibile dalla Fondazione Onda.

L’Arnas Garibaldi di Catania ha ricevuto dalla Fondazione Onda tre Bollini Rosa – sulla base di una scala da uno a tre – per il biennio 2022-2023, il riconoscimento attribuito dal 2007 agli ospedali attenti alla salute femminile e che si distinguono per l’offerta di servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali malattie delle donne.

“Il riconoscimento nazionale ottenuto oggi – ha detto il direttore generale Fabrizio de Nicola – è l’ennesima conferma dell’ottimo lavoro svolto quest’anno all’Arnas Garibaldi nonostante le numerose difficoltà legate alla pandemia. Nei nostri ospedali, grazie al lavoro di professionisti meravigliosi, i percorsi riservati alla cura e all’assistenza delle patologie femminili hanno un sistema ormai consolidato. Ovviamente siamo soddisfatti ma faremo in modo di migliorare ulteriormente laddove è possibile ancora alzare il livello”.

Rispetto al biennio precedente il numero degli ospedali è aumentato passando da 335 a 354. Oltre che ad una crescita numerica, assistiamo a un miglioramento qualitativo dei servizi erogati: gli ospedali che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, tre bollini, sono infatti passati da 96 dello scorso anno a 107 di questa edizione, mentre 172 strutture hanno con seguito due bollini e 75 un bollino. Tre i criteri di valutazione tenuti in considerazione, la presenza di: specialità cliniche che trattano problematiche di salute tipicamente femminili e trasversali ai due generi che necessitano di percorsi differenziati, tipologia e appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici e servizi clinico-assistenziali in ottica multidisciplinare gender-oriented, l’offerta di servizi relativi all’accoglienza delle utenti alla degenza della donna a supporto dei percorsi diagnostico-terapeutici (volontari, mediazione culturale e assistenza sociale) e, infine, il livello di preparazione dell’ospedale per la gestione di vittime di violenza fisica e verbale. (ANSA).

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