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La maledizione della Diga di Pietrarossa: rischia di diventare compiuta… “a metà”

MINEO – “Apprendere che nell’appalto non c’è la realizzazione di queste condotte è gravissimo. Se sistemiamo questa stazione di pompaggio di rilancio per la vasca che dovrà accogliere l’acqua, ma poi da questa vasca l’acqua non avrà dove andare perché non ci sono le condotte, si rischia di avere un invaso che esplichi al 60-70 per cento delle sue capacità. Significherebbe mettere la ciliegina sulla torta ad un’opera che già è stata rinominata ‘l’eterna incompiuta’”, dice il sindaco di Mineo, Giuseppe Mistretta.

Potremmo chiamarli i guardiani della Diga di Pietrarossa, vere e proprie sentinelle del territorio Il 10 maggio, infatti, il primo cittadino menenino insieme al suo omologo di Aidone, Annamaria Raccuglia, sono stati ad effettuare un sopralluogo presso i cantieri di quello che dovrebbe diventare uno dei principali sistemi idrici della Sicilia orientale. Durante la visita era presente anche il commissario straordinario del Governo, l’ingegnere Antonio Martini.

Diverse le imprese che stanno operando nella Diga di Pietrarossa

In questo momento ci sono vari lavori aperti: il consolidamento dei manufatti esistenti, l’abbattimento del vecchio caseggiato, che non reggeva da un punto di vista sismico e dovrebbe diventare la guardiania della diga, e che quindi verrà riedificato nuovamente, l’adeguamento sismico della stazione di sollevamento delle acque. Si sta anche lavorando all’impermeabilizzazione della sponda destra della diga, alla galleria che attraversa tale sponda e si sta realizzando un pozzo di aerazione che altrimenti l’avrebbe resa inutilizzabile. In più ci sono tutti i manufatti in cemento come le opere di presa e lo sfogatoio. “C’è anche un altro piccolo cantiere che abbiamo visitato – continua Mistretta – che è quello archeologico”. Si tratta di un’area pari a circa 5000 m² che fu intercettata a suo tempo, ed è quella che bloccò i lavori della Diga di Pietrarossa.

Il cantiere archeologico

“Una statio romana. Una stazione di sosta, se vogliamo, dove i viaggiatori si fermavano durante il tragitto che da Catania portava verso l’attuale Termini Imerese all’epoca Terme, che ospitava un’area termale”, spiega il sindaco. Un importante snodo che adesso la Sovrintendenza e l’impresa stanno ripulendo: nuovi reperti archeologici vengono riportati alla luce e si sta identificando tutto il sito che successivamente verrà sommerso. In merito, sarà creata una mappatura virtuale dell’area per renderla visibile anche dopo e verrà indicata con delle tabelle all’ingresso della diga. I reperti verranno prelevati e saranno a disposizione dei musei gestiti dalla Sovrintendenza. Insomma, tutti i lavori sembrano procedere e dovrebbero concludersi nel 2026, per l’esattezza a marzo. “È un’opera importantissima – aggiunge il primo cittadino di Mineo – e dovrà assicurare 50 milioni di metri cubi di acqua. Ricordiamo che è un’opera concepita cinquant’anni fa, che è stata ferma per trent’anni”. Proprio per questo è importante la presenza dei sindaci di Mineo e Aidone, che sono i due Comuni sostanzialmente coinvolti territorialmente dalla presenza dell’invaso. Ma non solo.

Mancano tutte le condotte per la distribuzione

Il pericolo che la diga passi dall’essere “un’eterna incompiuta” a una compiuta per metà è dietro l’angolo. Secondo quanto appreso dal QdS, infatti, ci sarebbe una parte di territorio, che si trova in prossimità della diga ma a monte e quindi più in alto rispetto al bacino dell’invaso, che rischia di non ricevere l’acqua, dal momento che quest’ultima dovrà arrivare da una quota più alta della vasca. “Mancano tutte le condotte per la distribuzione – afferma Giuseppe Mistretta – e bisognerà capire se c’è già un intervento che fa riferimento ad un altro appalto. Al momento però non ne sappiamo niente. Io mi auguro che la Regione abbia già in cantiere la realizzazione di queste condotte che magari non sono oggetto di questo appalto – che è il principale ndr – ma saranno oggetto di un altro. Ad oggi non mi è dato di conoscere se è così: chiederemo lumi e spiegazioni al Consorzio di bonifica della Sicilia orientale e alla Regione”.

Ciò significa aprire un’ulteriore finestra di dialogo con il governo Schifani per capire se si sta già intervenendo a tale mancanza. “Se non fosse così sarebbe già tardi. Dovremo chiederlo con forza. Noi sindaci vogliamo continuare ad essere parte attiva, non solo nella fase che abbiamo seguito e cioè quella autorizzatoria, dal momento che parte delle disponibilità delle autorizzazioni sono passate dagli uffici dei nostri comuni, ma perché per quanto mi riguarda tutta la mia attività politica ha sempre ruotato anche attorno al completamento della Diga di Pietrarossa. Quindi vorremmo che quest’opera non solo si completi ma che sia pienamente funzionale e questo è il prossimo passaggio che cercheremo di seguire”, ha concluso il sindaco di Mineo.

Intanto, nostre fonti confermano questa versione. E, inoltre, l’ingegnere responsabile della diga “Don Sturzo” nonché dirigente dell’area agraria del Consorzio di bonifica, Sebastiano Cassisi, spiega al QdS che il problema sarebbe da ricercare nel sistema unico che collega la Diga di Pietrarossa con quella “Don Sturzo”, dal momento che tra questi due invasi si incrociano le acque: “Abbiamo chiesto un finanziamento – sottolinea Cassisi – per sostituire questi tratti di condotta. Si tratta di circa sei o sette chilometri di condutture che potrebbero limitare parzialmente tutto il sistema. Se non finanziano queste opere da qui a breve potremmo avere problemi. Attualmente nell’appalto principale non è prevista la sostituzione di questo tratto di condotta adduttrice che sta a valle delle dighe di Pietrarossa e “Don Sturzo”.

Inoltre, Cassisi fa sapere al QdS che il Consorzio di bonifica ha fatto una richiesta di finanziamento di “circa 8 milioni di euro. Sono sufficienti? Non sono sufficienti? Non so dirlo. Nel momento in cui ci daranno il via, noi partiremo subito con la redazione del progetto esecutivo e andremo avanti. Quindi aspettiamo un input da parte della politica per fare la sostituzione di questi tratti di condotta”.