Si contano i danni causati dalle alluvioni che hanno sferzato il territorio. Il presidente della Coldiretti, Cucurullo, illustra le grandi difficoltà degli operatori del settore
CALTANISSETTA – La quiete dopo la tempesta, dicevano. Ma ormai con i recenti avvenimenti che hanno colpito la Sicilia, conosciuta da tutti per il sole e le alte temperature, di quiete sembra esserne rimasta davvero poca.
Catania e Siracusa prima, poi l’agrigentino, il ragusano e infine anche il nisseno. Tutta l’Isola è stata duramente colpita da piogge che hanno provocato danni altissimi in termina di perdita di vite umane e dal punto di vista economico. Francesco Cucurullo, presidente della Coldiretti di Caltanissetta, ha spiegato quali sono state le zone più colpite e i problemi causati dalle condizioni climatiche avverse. “Nella zona di Serradifalco – afferma – nello specifico vicino la contrada di Grottarossa, la tromba d’aria ha provocato danni su alcune strutture che sono state scoperchiate, come capannoni ma anche case e alberi spezzati, sradicati dal suolo. A Niscemi enormi danni all’agricoltura di serre e ortaggi a pieno campo e dove c’è il frutto pendente, come può essere ad esempio l’uva da tavola, nelle coltivazioni prodotte vi sono stati allagamenti e forti precipitazioni, seguiti da grandine grande tanto quanto una noce. Nelle campagne del nisseno, le forti inondazioni hanno prodotto danni alle colture, che si sono allagate, terreni sott’acqua, animali morti e recinzioni divelte”.
Per il territorio, essendo zona cerealicola, questo è il periodo di semina sia del grano che dei cereali ma purtroppo a causa del maltempo in questo momento è impossibile entrare nei campi e nei terreni, perché le strade sono impraticabili, sia a piedi che in macchina, pertanto si stanno ritardando le operazioni. A subire le conseguenze di piogge e temporali, anche le olive, che hanno impedito l’accesso ai campi e purtroppo ritardato di conseguenza a data da destinarsi il raccolto.
C’è grande preoccupazione, quindi, per tutto il comparto, con la Coldiretti impegnata a offrire assistenza ad aziende e allevamenti in grande difficoltà: si stima oltre un miliardo di euro di danni a causa del maltempo alle colture dell’isola, tra aranceti abbattuti e strutture danneggiate. La Coldiretti, sottolinea il presidente nisseno dell’associazione, come confederazione ha chiesto lo stato di calamità naturale e aiuti per la ricognizione dei danni per delimitare le zone colpite in un contesto difficile, in cui si sono dovuti fare i conti prima con il Covid e poi con gli incendi della scorsa estate.
Cosa si potrebbe fare, dunque, per evitare questi cambiamenti climatici? “Sicuramente – risponde Cucurullo – incentivare l’agricoltura, ridurre i consumi e promuovere forme di energia pulita, come per esempio l’installazione dei pannelli fotovoltaici”.
Un ulteriore strumento per sostenere la ripresa del settore sono i fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Siamo di fronte – conclude – a una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo”.
La Coldiretti ha monitorato ben 17 eventi estremi nelle ultime settimane tra Sicilia e Sardegna. È il momento di fare qualcosa.
Vanessa Amico