I carabinieri della compagnia di Lercara Friddi hanno eseguito un’ordinanza applicativa della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con contestuale applicazione del cosiddetto braccialetto elettronico, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese, nei confronti di due coniugi di origine nordafricana per il reato di maltrattamenti in famiglia commesso ai danni della figlia.
Il provvedimento è scaturito a seguito delle indagini dei militari, sotto la direzione della Procura della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese.
Le indagini hanno permesso di delineare le violenze sia fisiche che psicologiche subite dalla ragazza nel corso degli anni.
Le condotte vessatorie denunciate dalla giovane derivavano dal rifiuto della stessa di seguire i dettami della religione islamica, in particolare di interrompere gli studi, motivo per cui lo scorso giugno si era allontanata volontariamente da casa. Il giorno in cui la ragazza avrebbe dovuto sostenere gli esami di maturità, i carabinieri sarebbero venuti a conoscenza della grave situazione grazie alla segnalazione dell’Istituto d’Istruzione Secondaria Superiore frequentato dalla giovane: i genitori, infatti, si erano presentati lì con il verosimile intento di impedirle di sostenere le prove d’esame.
Appreso ciò, le donne e gli uomini dell’Arma hanno attivato la procedura prevista dal cosiddetto “Codice Rosso”, informando subito l’autorità giudiziaria che assumeva la direzione delle indagini indispensabili a ricostruire e documentare i maltrattamenti subìti dalla giovane ed emettere un provvedimento a sua tutela.
Si ricorda che per gli indagati sussiste il principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza passata in giudicato.
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Immagine di repertorio