Intervista al segretario generale Cgil Sicilia, Alfio Mannino, sulla nuova programmazione del Psr. “Siamo la seconda regione per produzione agricola e la tredicesima per trasformazione prodotti”
PALERMO – I Piani di sviluppo rurale (Psr) sono fondamentali per la crescita economica della nostra regione soprattutto per quel che attiene al comparto agricolo. Sul tema è intervenuto, ai nostri microfoni, Alfio Mannino, segretario generale per la Cgil in Sicilia.
Come potrebbero essere investiti, a suo parere, i fondi Psr?
“Innanzi tutto devono servire per dare maggiore competitività ad uno dei settori strategici per lo sviluppo dell’Isola che è quello dell’agroalimentare. Noi purtroppo abbiamo una criticità strutturale in quel comparto trattandosi di una filiera lunga e incompleta. Siamo la seconda regione in Italia per produzione agricola ma siamo anche la tredicesima per lavorazione e trasformazione dei prodotti agricoli, quindi dobbiamo utilizzare le risorse del Psr favorendo i progetti che includono il ciclo della filiera, dalla produzione alla commercializzazione. Dobbiamo investire e incentivare l’aggregazione dell’offerta produttiva perché, se vogliamo essere competitivi per aggredire i mercati, specie quelli esteri, dobbiamo avere una domanda aggregata molto forte, mentre spesso ogni produttore si presenta da solo, senza alle spalle un sistema dell’agroalimentare siciliano”.
Avete sentito le associazioni di categoria sull’argomento?
“Con le associazioni di categoria c’è un confronto continuo e costante. Abbiamo registrato nel tempo, soprattutto nella vecchia programmazione, tante assonanze nelle valutazioni, poi purtroppo nella gestione precedente in cui le risorse venivano divise in mille rivoli non abbiamo risolto le nostre criticità strutturali. Il tema non riguarda dunque le associazioni di categoria, ma il decisore politico e la macchina amministrativa che non è stata in grado di mettere in campo un’idea di spesa dei fondi strutturali nel settore agricolo capace di dare una risposta al comparto stesso”.
Proporrete alla Regione un cronoprogramma di interventi?
“Con la Regione dovremmo intanto incontrarci per definire la nuova programmazione, 2021-2027, con la quale siamo ancora fermi al palo. Prima del cronoprogramma vorremmo quindi capire che tipo di Piano di sviluppo rurale la Regione vuole mettere in campo. Non sappiamo secondo quali linee strategiche si stiano muovendo, se queste linee siano coerenti con la Pac e con gli orientamenti comunitari. Dovremmo provare intanto a capire, con la Regione, quali sono i residui rispetto alla vecchia programmazione e come rispetto a questi residui s’intenda intervenire. Detto ciò, oggi il tema non è il cronoprogramma degli interventi, ancora dobbiamo definire che tipo di interventi riteniamo di mettere in campo”.