Pensione a 70 anni per i dipendenti pubblici, l'ipotesi

Manovra 2025, il Governo valuta la possibilità di pensione a 70 anni per i dipendenti pubblici: l’ipotesi

Stefano Scibilia

Manovra 2025, il Governo valuta la possibilità di pensione a 70 anni per i dipendenti pubblici: l’ipotesi

Stefano Scibilia  |
sabato 07 Settembre 2024

I sindacati: "La pubblica amministrazione ha bisogno di nuove competenze"

Nei prossimi anni sono numerosi i dipendenti pubblici che si apprestano ad andare in pensione. Oggi in Italia per raggiungere questo obiettivo risulta necessario avere 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne 41 anni e 10 mesi) con la cosiddetta finestra mobile di tre mesi che sostanzialmente indica il periodo che intercorre tra la maturazione del diritto alla pensione e l’effettiva riscossione dell’assegno pensionistico, quindi il momento nel quale il pensionato riscuoterà il primo assegno previdenziale.

Il Governo Meloni in vista della Legge di Bilancio 2025 sta valutando la possibilità di ridurre i costi allungando la finestra a sei o sette mesi e così facendo gli anni di lavoro diventeranno per gli uomini 43 e 4 mesi, un anno in meno invece per le donne lavoratrici. Andando ad analizzare i dati dell’Inps si evince che nei primi sei mesi del 2024, le pensioni anticipate sono state meno di 100 mila e solo 27.962 riguardano lavoratori e lavoratrici con età di poco inferiore ai 60 anni che in percentuale rappresentano poco più di un quarto del totale dei pensionati.

Pensione a 70 anni per i dipendenti pubblici, le contraddizioni del Governo

Nelle ultime settimane sono state rivolte numerose critiche al Governo Meloni per non aver mantenuto la promessa di modificare la legge Fornero. Un tema su cui l’attuale presidente del Consiglio aveva insistito molto quando era all’opposizione, definendo la norma come iniqua e penalizzante. Adesso la possibile scelta di allungare la finestra mobile da tre a sette mesi appare ancora più in contraddizione rispetto alle promesse fatte ai cittadini.

Pensione a 70 anni per i dipendenti pubblici, i sindacati: “La pubblica amministrazione ha bisogno di nuove competenze”

L’ipotesi al momento è in fase di valutazione, ma già sono diverse le proteste dei sindacati a riguardo, anche perché in questo modo non si fa altro che provocare dei ritardi nel tanto atteso cambio generazionale. Enzo Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, sostiene che risulta necessario “assumere giovani e donne, la pubblica amministrazione ha bisogno di nuove competenze”. Della stessa opinione è Florindo Oliverio, segretario confederale Fp Cgil, che ha ribadito il concetto secondo cui nei prossimi anni si assisterà ad un’ondata di pensionamenti nelle pubbliche amministrazioni. Addirittura si parla di circa 400-500 mila lavoratori in uscita entro il 2030. Secondo i sindacati la soluzione non deve essere quella di trattenere personale esausto, ma occuparsi di nuove assunzioni.

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