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Manovra quater, fermento e duemila emendamenti a sala d’Ercole: il testo è ancora rinviato

Manovra quater, fermento e duemila emendamenti a sala d’Ercole: il testo è ancora rinviato

La finanziaria posticipata eccezionalmente a domani mattina. Convocazione alle 11 per un probabile tour de force fino ad approvazione su cui pochi scommettono possa avvenire entro giovedì

Un passo avanti e due indietro all’Ars circa il calendario dei lavori. La norma sulla formazione che rischiava di far perdere cento milioni di euro – a tutta Italia – dei fondi Pnrr approvata a poche ore dalla scadenza dei termini ha fatto slittare i lavori per l’elezione del membro della Regione Siciliana alla Corte dei conti ed il parere sul progetto di legge per il deputato supplente in Assemblea regionale. Poi la priorità della variazione di bilancio quater, già calendarizzata, sembrava dover posticipare ulteriormente elezione e parere, salvo poi essere arrivati quasi duemila emendamenti alla manovra alle dieci di questa mattina ed aver intasato gli uffici.

Cambiamento di programma in corsa quindi, con l’elezione del componente della Corte dei conti ed il parere sul progetto di legge costituzionale che vanno in aula prima, con varie sospensioni dei lavori, e la manovra finanziaria posticipata eccezionalmente a domani mattina con Sala d’Ercole teoricamente già piena alle 11 del mattino.

Pietro Ivan Maravigna alla Corte dei conti

Il nome era già noto prima della votazione, e con 37 voti favorevoli è stato proclamato componente della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Regione Siciliana l’avvocato Pietro Ivan Maravigna.

Hanno votato i 65 presenti di Sala d’Ercole, senza astensioni, e lo spoglio ha determinato 37 voti all’eletto, 12 per Massimo Raffa, 2 per il ragioniere generale della Regione Siciliana Ignazio Tozzo, 1 per Rosalia Pipìa ed 1 per Andrea Calderone. Lo spoglio ha rilevato anche 12 schede bianche. Non esattamente unanime il voto della maggioranza, ma secondo i piani.

Lo scontro sul deputato supplente infiamma le opposizioni

Il parere dell’Ars sulla proposta di modifica costituzionale all’articolo 9 dello Statuto della Regione siciliana non è ammissibile dai gruppi di opposizione, pur essendo stato esitato favorevolmente dalla maggioranza a Sala d’Ercole. Il “deputato supplente” che la maggioranza meloniana nazionale vuole introdurre agevola chi vince le elezioni a discapito di chi ricopre il ruolo di opposizione politica.

I partiti che compongono la coalizione vincente possono quindi mantenere gli assessorati senza perdere voti in parlamento, nel caso della Sicilia. L’Isola ha infatti statuto speciale, il parlamento più antico d’Europa, deputati invece che consiglieri regionali ed ha sempre beneficiato di prerogative politiche che ormai nessuno quasi ricorda più. Anche la Sicilia adesso accoglie con favore – della maggioranza – l’introduzione del deputato supplente che le opposizioni non digeriscono.

Per il Pd è l’addio allo statuto speciale della Sicilia

Secondo Michele Catanzaro, capogruppo del Partito Democratico all’Ars, “il parere favorevole al ddl sull’introduzione della figura del deputato supplente, al di là dell’aumento dei costi e della chiara matrice elettorale del centrodestra che moltiplica le poltrone, segna uno spartiacque: finisce la nostra autonomia, per la prima volta è Roma a decidere dello Statuto siciliano”. Il testo approvato da Sala d’Ercole adesso dovrà passare dal doppio esame del parlamento nazionale. In caso di approvazione si prevede la nomina del deputato supplente quando un parlamentare regionale viene nominato assessore.

Giambona (Pd): “Noi non accettiamo che si riscriva lo Statuto speciale siciliano”

Il deputato dem Mario Giamona contesta in particolare il fatto che “il governo Schifani e la maggioranza che lo sostiene hanno accettato passivamente questa imposizione dall’alto, senza nemmeno tentare una riflessione o un confronto politico”. Secondo l’esponente Pd all’Ars, la richiesta di parere è arrivata a Sala d’Ercole in sordina: “Nessuna parola, nessuna spiegazione. Come PD ci opponiamo fermamente a questo metodo e chiederemo l’intervento dei nostri deputati nazionali. Se il governo nazionale vuole davvero occuparsi della Sicilia, lo faccia su sanità, infrastrutture, lavoro, ambiente, non certo sulle poltrone”.

Infine, conclude Giambona, “noi non accettiamo che si riscriva lo Statuto speciale siciliano in nome dell’equilibrio interno della destra”.

Per il M5s “serve solo ad aggirare la riduzione del numero dei parlamentari”

Per il deputato regionale del Movimento 5 stelle Adriano Varrica più che un supplente sarà un deputato succube. “Diciamo succube – spiega Varrica – perché sarà sempre sotto scacco dell’assessore che sostituisce. Altro che norma di rango costituzionale, questa riforma è ad altissimo rischio di incostituzionalità, visto che il deputato supplente non avrà libertà né autonomia nell’esercizio del mandato, ma sarà vincolato alle decisioni dell’assessore di cui prende il posto e sarà privo di indipendenza e sottoposto a potenziali ricatti politici”.

Conti alla mano, il deputato regionale del Movimento spiega cosa non va nella norma che Roma vuol varare: “Questa norma, presentata come un avanzamento istituzionale, è in realtà del tutto autoreferenziale e priva di utilità per i cittadini siciliani. Serve solo ad aggirare la riduzione del numero dei parlamentari da 90 a 70, portandoli di fatto a 82. Non interessa minimamente ai cittadini e non è certo pensata per loro. È pensata dalla politica per fare un favore alla politica”.

La manovra (quater) del mattino

Incardinata sabato mattina, la variazione di bilancio quater da 240 milioni di euro andrà in aula domattina (8 ottobre) per la discussione generale. Convocazione alle 11 per un probabile tour de force fino ad approvazione su cui pochi scommettono possa avvenire entro giovedì.

C’è ancora un muro contro muro e crepe nel muro della maggioranza. Si pronuncia su questo, nel pomeriggio, nuovamente Adriano Varrica affermando che “tutti gli articoli e gli emendamenti su misure specifiche non accompagnati da relazioni tecniche redatte dai dirigenti dei Dipartimenti competenti e dalla Ragioneria generale, vanno stralciati, come scritto dal presidente dell’Ars Galvagno lo scorso luglio in una nota inviata ai presidenti delle commissioni e dei gruppi parlamentari”.

Per il deputato del M5s è quindi positivo che l’aula sia stata rinviata a domattina, perché “attualmente non ci sono le premesse per potere portare avanti il disegno di legge sulle variazioni in discussione a Sala d’Ercole”. Inoltre Varrica annuncia: “Domani presenterò una pregiudiziale in tal senso che andrà votata”.

In aula interventi pesanti ma inutili, il parere è comunque favorevole

Molto critici sull’argomento sono stati anche gli interventi in aula dei deputati 5 Stelle Stefania Campo, Luigi Sunseri e Roberta Schillaci. Netto anche il vicepresidente dell’Ars e coordinatore del Movimento 5 Stelle Sicilia, Nuccio Di Paola, che parla di “un’altra pagina nera scritta all’Ars con questo voto”. Di Paola definisce il voto odierno “un attentato all’autonomia del Parlamento” ed annuncia un prossimo disegno di legge di riforma complessiva della legge elettorale.

“La norma sul deputato supplente imposta da Roma e sostenuta dal centrodestra – dice il capogruppo M5S Antonio De Luca – è abominevole: crea un gruppo di deputati sotto ricatto politico, privi di libertà e autonomia, con un grave squilibrio tra potere legislativo ed esecutivo”.

Il M5S attende Galvagno al varco

Adriano Varrica ricorda che “nella nota di luglio Gaetano Galvagno, in risposta alle osservazioni del ministero dell’Economia, è stato chiarissimo: per le misure specifiche, che Schifani ha definito mance, in assenza di relazioni, gli articoli e gli emendamenti sarebbero stati stralciati. Oggi, però, constatiamo – prosegue il deputato – che nessun articolo è stato stralciato e che le relazioni tecniche non risultano disponibili”.

Il gruppo M5S ha quindi chiesto che tutti i documenti vistati dai Dipartimenti che dovrebbero giustificare i microinterventi territoriali vengano caricati sui tablet dei deputati, “perché è diritto dei parlamentari e dei cittadini sapere con quali criteri si assegnano 50 mila euro al cimitero di Santa Venerina e non a quello di Cefalù, o alle strade comunali di Cesarò invece che a quelle di Partinico”.

Varrica anticipa quindi quello che sarà il terreno di scontro da domani mattina all’Ars: “Ci aspettiamo che il presidente dell’Ars sia coerente con quanto da lui stesso scritto lo scorso luglio, altrimenti la sua parola non potrebbe più avere alcuna credibilità”.