Marchio Qualità sicura per grano duro, si entra nella fase operativa - QdS

Marchio Qualità sicura per grano duro, si entra nella fase operativa

Michele Giuliano

Marchio Qualità sicura per grano duro, si entra nella fase operativa

giovedì 15 Ottobre 2020

La Regione approva il “piano di controllo” degli enti autorizzati per le verifiche del prodotto. Controlli stringenti per poter ottenere la certificazione e l'utilizzo del logo sinonimo di qualità

PALERMO – Anche per la categoria “grano duro” è arrivato il momento di attivare il marchio Qualità Sicura. Primo passo: l’approvazione del piano di controllo proposto da CoRFilCarni, Codex e Ccpb srl, e la successiva autorizzazione agli stessi enti a svolgere l’attività di controllo e certificazione per i prodotti contemplati nel disciplinare.

Il decreto del 7 novembre 2017, denominato “Regolamento d’uso del marchio collettivo Qualità Sicura garantita dalla Regione Siciliana” e “Procedura di utilizzo del logo”, prevede infatti che il rispetto dei requisiti di processo e di prodotto, contenuti nel disciplinare di produzione, siano verificati da un’autorità pubblica di controllo, o da un organismo di controllo privato.

Il piano dei controlli, sulla base di regolamenti, leggi e documenti di riferimento, contiene tutti gli elementi che caratterizzano il prodotto e descrive l’insieme dei controlli ai quali lo stesso deve essere sottoposto affinché possa essere commercializzato con la denominazione “Grano duro e derivati” a marchio “Qs” Qualità Sicura garantita dalla Regione Siciliana.

Il presente piano si applica alla produzione agricola di granella di frumento duro per la pastificazione, alla produzione di semola e semola integrale per la pastificazione, alla produzione di pasta secca e pasta secca integrale.

L’attività di controllo si articola in più fasi: la valutazione documentale, la verifica ispettiva iniziale, le verifiche ispettive di sorveglianza e le prove di conformità. L’attività di valutazione documentale viene effettuata allo scopo di valutare se il sistema documentale in particolare dell’azienda capofiliera è strutturato in modo adeguato. L’attività di verifica ispettiva iniziale ha lo scopo di accertare il possesso dei requisiti previsti da parte delle aziende richiedenti la certificazione, mentre le verifiche ispettive di sorveglianza e di rinnovo sono pianificate ed eseguite durante il periodo produttivo secondo le modalità definite nel regolamento tecnico. Queste saranno in numero diverso e variabile in base alle regole stabilite da Accredia, ente di controllo.

In ultimo, le prove di conformità, durante le quali vengono eseguiti i campionamenti di prodotto per le prove previste successivamente per ogni sito oggetto di verifica ispettiva in fase iniziale, di sorveglianza o di rinnovo. Nel momento in cui l’organo di controllo riceve la richiesta di adesione e la documentazione prevista, l’ente predispone un accordo tecnico-economico con l’azienda.

Dopo il controllo della documentazione, da svolgere entro 5 giorni dalla ricezione, l’ente predispone la verifica ispettiva iniziale, durante la quale si valuta la coerenza con le informazioni riportate nella richiesta e la capacità di soddisfare i requisiti previsti nel disciplinare, si effettua la verifica della compilazione della documentazione prevista e si segnalano le eventuali carenze riscontrate.

Alla fine del tutto verrà emesso un rapporto ispettivo, con la quale si darà o meno l’approvazione all’uso del marchio. Nel caso in cui la risposta fosse negativa, l’ente di controllo ne darà le motivazioni, in modo da permettere all’azienda di riorganizzarsi per poter richiedere successivamente un nuovo controllo.

Successivamente, le aziende che avranno superato positivamente il primo step saranno “sorvegliate” in modo da verificare che la conformità ai requisiti sia mantenuta sia in termini di prodotto sia nel processo di produzione.

Le ispezioni potranno essere concordate o meno, e le strutture dell’operatore dovranno essere sempre disponibili per gli ispettori dell’ente di controllo.

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