Marcia su Roma: farsa in due atti - QdS

Marcia su Roma: farsa in due atti

Pino Grimaldi

Marcia su Roma: farsa in due atti

sabato 17 Settembre 2022

Mentre la campagna elettorale impazza come il carnevale del IV atto della Traviata, e senza sondaggi, il popolo“sovrano” – non si sa bene di cosa – ignora chi possa vincere la partita del 25 Settembre.

La sinistra che da 10 anni governa con alleanze varie senza mai aver vinto una tornata elettorale lancia sul campo della propaganda ben due pezzi da 90: il saggio sulla marcia su Roma di Cazzullo e l’altro sui residui architettonici del fascismo di Rizzo.

I due sono giornalisti stimati. Cazzullo normalmente prudente, corretto nello scrivere di storia che conosce per averla letta, stavolta è ammantato di malanimo e cattiveria ed il libro vale più di centinaia di dichiarazione del capo sinistra Letta: costituisce gesto di volgare mistificazione propagandistica uscito, come è, più un mese prima dell’evento che si vuole “celebrare”: ad usum delphini.

Il testo in vari punti non è corretto sul piano storico, ma rende bene in questo momento di ultimo strappo elettorale perché suscita in chi vuole votare destra qualche dubbio, allo stato dei fatti infondato. In chiarezza: Non vi fu nessuna marcia rivoluzionaria.

Le cosiddette milizie fasciste stettero a Napoli vari giorni imprecando perché Mussolini non dava l’ordine di muoversi e sapevano che avrebbero dovuto evitare incidenti e manifestare in piazza del Quirinale invocando il Re di dare il Governo a Mussolini.

Il quale dopo che il 29 Ottobre il re si era rifiutato di firmare lo stato di assedio propostogli dal Primo Ministro Facta, ricevette a Milano dove comodamente se stava nella redazione del Popolo d’Italia, il telegramma inviatogli dal Re che lo convocava per il 30 a Roma. Preso il treno, da solo giunse nella capitale l’indomani, ricevendo l’incarico, come era stato consigliato dagli esponenti di tutti i partiti, per formare un governo. Che forma il 31 con liberali, popolari socialisti ed altri: governo che oggi chiameremmo di unità popolare.

C’erano De Gasperi, Bonomi, Orlando, Facta e tutti i mammasantissimi dell’epoca che aderirono convinti come erano che Mussolini si sarebbe bruciato in qualche mese e tutto tornato come prima ma evitando lo stato di tensione che socialisti e fascisti aveva creato: non ne indovinarono una!

Oggi pare che la destra possa vincere e non avendo la sinistra qualcuno da suggerire a Mattarella, come capo del governo visto che Draghi sta facendo il massimo ma dopo elezioni non vuole essere più coinvolto, hanno una sola chance, corretta se si vuole, impedire che la destra(per loro male assoluto) vinca.
Ed ecco ad organizzare la qualunque financo anticipare celebrazioni falsando e loro e chi scrive la storia per cercare “whatever it takes” di evitare una debacle.
La Marcia su Roma avvenne: ma fu atto di omaggio al Sovrano per avere chiamato il loro leader.
Celebrarla storicamente può essere accettato. Diede luogo ad una era sociopolitica di marca italiana, criticabilissima se si vuole, ma che si diffuse nel mondo. Ma per celebrarla hanno sbagliato uomini, fatti, e pur la data.

Farsa allora e tale oggi: con guitti improvvisati.
Vatti a fidare.

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