Una villetta confiscata al clan Tiberio a Marina di Modica diventerà una struttura pronta ad accogliere donne vittime di violenza. Il prefetto, Giuseppe Ranieri: “Oggi ha vinto lo Stato”
MARINA DI MODICA (RG) – Restituito alla comunità un bene sottratto alla mafia. Si tratta di una villetta, in ottime condizioni, confiscata al clan Tiberio che operava nella zona del Lazio, fra Roma e Latina, con diversi immobili confiscati e sparsi nella Penisola.
L’Agenzia nazionale per l’Amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, con l’ausilio della Prefettura di Ragusa, ha destinato la villetta al Comune di Modica, il quale ha deciso di utilizzarla come centro antiviolenza, con annesso alloggio temporaneo per le donne vittime di violenza.
La cerimonia di consegna si è tenuta alla presenza delle massime istituzioni iblee accolte dal commissario straordinario del Comune di Modica, Domenica Ficano. All’evento erano presenti il prefetto di Ragusa, Giuseppe Ranieri, il procuratore della Repubblica Fabio D’Anna, il questore Giusy Agnello, i comandanti orovinciali dei Carabinieri Carmine Rosciano e della Guardia di finanza Walter Mela. Le associazioni del terzo settore che operano contro la violenza di genere e Francesco Rendo, rappresentante provinciale dell’Associazione Libera.
Una giornata memorabile per la provincia di Ragusa. Infatti, da anni non veniva consegnato al territorio un bene confiscato alla criminalità organizzata. “Le procedure per la confisca definitiva – ha commentato il prefetto Ranieri – presupposto per restituire il bene oggetto di frutti illeciti della criminalità organizzata, è abbastanza complessa e lunga. Il principio di restituire alla comunità un bene frutto di illeciti proventi oggi diventa concretezza. Diventa esempio, che deve anche essere un messaggio affinché chiunque pensa di fare attività illecite possa desistere. Lo Stato può impiegare tempo ma arriva sempre alla conclusione delle sue procedure”.
Il bene, grazie alla sinergia tra Prefettura e Comune di Modica, verrà restituito alla collettività in breve tempo grazie a un bando di assegnazione. Saranno coinvolte associazioni del territorio impegnate a contrastare la violenza di genere. La villetta sarà una casa in cui accogliere quante, a vario titolo, subiscono violenza di genere. Il centro avrà una ricaduta sociale molto ampia che interesserà il territorio modicano e dei comuni limitrofi.
“Oggi – ha continuato il prefetto – ha vinto lo Stato che fa sistema, ha vinto chi si occupa di attività giudiziaria e con noi oggi c’è il Procuratore della Repubblica di Ragusa; ha vinto chi si occupa di attività investigativa e qui ci sono le forze di polizia che rappresentano il baluardo dello Stato sul territorio. Ha vinto pure la collettività, la cittadinanza. L’Agenzia nazionale ha chiesto il supporto alla Prefettura che, con il suo nucleo di supporto capitanato dalla dottoressa Mallemi, ha contributo a dare ogni attività di collaborazione. La collettività di questo ne deve essere convinta e contenta”
Il Comune di Modica si sta attivando per la realizzazione del bando pubblico, come ha spiegato Domenica Ficano, commissario del Comune: “Questo immobile diverrà baluardo di comunità e di legalità. Potrà essere utilizzato a scopo sociale, che interesseranno l’intera comunità. Una minima parte dell’immobile sarà riservata in estate per un presidio di vigilanza urbana della polizia municipale”.
Francesco Rendo, rappresentante provinciale di Libera, ha commentato: “Si compie il riutilizzo sociale dei beni confiscati e sequestrati alla mafia. Perché un bene che è stato sottratto a tutti deve ritornare a tutti”.
A margine della cerimonia di consegna, nel giardino antistante la villetta, è stata piantata una mimosa simbolo di attenzione verso le donne. Durante la cerimonia, oltre al taglio del nastro, il Prefetto ha consegnato simbolicamente le chiavi dell’immobile alla Commissaria Ficano. All’ingresso è stata apposta una targa che identifica il bene come “bene confiscato alla criminalità organizzata” e le bandiere istituzionali.