I soccorsi sempre più vicini a Ryan: disperata corsa contro il tempo. Una storia che ricorda quella del piccolo Alfredino che, il 10 giugno 1981, cadde in un pozzo artesiano vicino a Fiumicino
“Salvate il piccolo Ryan”, cambiando un po’ il titolo del pluripremiato war movie, è questo il titolo che potremmo dare all’incredibile storia che si sta sviluppando in Marocco.
Sono ore di apprensione per recuperare il piccolo Ryan, un bambino caduto martedì scorso in un pozzo a Chefchaouen, nel nord del Marocco, è ancora vivo e i soccorritori sono ad un soffio dal bambino, dopo aver scavato un tunnel alternativo per raggiungerlo. Ma ogni mossa e ogni passo avanti è pericoloso: si rischiano infatti crolli e le operazioni procedono quindi con estrema lentezza.
Ryan è ancora vivo
Un funzionario, coinvolto nelle operazioni di soccorso del piccolo, ha affermato che a separare le squadre di soccorso dalla posizione del bambino restano pochi metri, ma che “le operazioni di perforazione sono eseguite con cautela per evitare ogni possibile crollo”.
A che punto sono i soccorsi
Il tunnel scavato per raggiungere RyanSono servite più di 100 ore di lavoro con sei escavatori a sbancare la montagna, prima di arrivare a un soffio da Ryan, senza poterlo ancora salvare. Le squadre di soccorso hanno scavato un cratere di 30 metri, parallelo al pozzo, poi, con i picconi, un corridoio orizzontale. La montagna frana, il rischio è enorme. C’è in ballo un dispiego di forze senza limiti di budget, decretato dal governo marocchino in seduta speciale.
