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Marranzano World Fest, a Catania si prepara la 12a edizione

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Marranzano World Fest, a Catania si prepara la 12a edizione

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lunedì 24 Maggio 2021

La musica popolare, siciliana e internazionale, si prepara a risuonare sotto il Vulcano. Ritorna l’appuntamento con il Marranzano World Fest, dal 25 al 27 giugno il preludio, opening il 1° luglio.

La
musica popolare, siciliana e internazionale, si prepara a risuonare sotto il
Vulcano. Ritorna l’appuntamento con il Marranzano
World Fest
, la manifestazione catanese dedicata alle tradizioni musicali in
chiave contemporanea, con una 12° edizione
ricca di novità. A cominciare dal tema:
“Cuntu, cantu, rap”
, che abbraccia tre stili diversi per raccontare in modo
performativo la cultura popolare contemporanea.

Come
ogni anno ci attendono grandi concerti con artisti siciliani, nazionali e
internazionali, che si svolgeranno quest’anno alle pendici dell’Etna, nella
spaziosa e suggestiva cornice dell’Anfiteatro Turi Ferro a Gravina di Catania. E
poi presentazioni di libri, laboratori, canti e cunti in luoghi suggestivi del
centro storico, per far vivere agli spettatori un’esperienza unica nel suo
genere.

Dal 25 al 27 giugno il programma si apre con un “preludio” di attività, in
collaborazione con Gammazita/Ursino Buskers (presentazioni, laboratori, musica
e racconti nelle piazze e nei cortili) che si snoderanno tra il Castello Ursino
e Piazza dei Libri a Catania, dove tra gli artisti attesi ci saranno Barbara Crescimanno, Sonu Bandidu, Angelo Daddelli & i Picciotti e molti altri.

Il
1° luglio
l’edizione entra nel vivo con l’opening che
si svolgeràtra Castello Ursino e
Palazzo Biscari con una giornata di studi e una tavola rotonda sulle varie forme
della narrazione performativa nella Sicilia contemporanea. Partendo
dall’indagine sociologica del Prof. Dario Tomasello, che nel pomeriggio a
presenterà a Castello Ursino il recente volume Playtelling, abbiamo invitato a Catania cuntisti, narratori,
cantastorie e rapper da varie parti della Sicilia e oltre, per un incontro
inedito che porterà ad una serata dall’esito imprevedibile nella corte di
Palazzo Biscari. Con la partecipazione, tra gli altri, di Gaspare Balsamo, Giovanni Calcagno, Mario Incudine, Jali Diabaté
(Senegal), Yousif Jaralla (Iraq), Picciotto.

«L’edizione di
quest’anno – spiega Luca Recupero,
direttore artistico del Festival – mira a indagare le forme tradizionali delle performance narrative nella cultura e
nella musica popolare contemporanea. Partendo dalle forme tradizionali come
quella del cuntu siciliano, un
patrimonio immateriale su cui quest’anno vogliamo portare l’attenzione, passando
dall’arte dei cantastorie e della
canzone narrativa, fino ad arrivare alle tendenze giovanili attuali del mondo rap
e hip hop che in Sicilia si sta sviluppando negli ultimi anni in modo molto
interessante. Tutti questi repertori si muovono sul confine tra narrazione e
canto, tra parola e musica. Raccontano delle storie e lo fanno utilizzando tecniche
performative particolari. Nascono come arti di strada, e condividono l’attenzione
alle tematiche sociali».

Le tre serate
clou del festival di quest’anno si terranno, come già anticipato, a Gravina di
Catania, presso l’anfiteatro Turi Ferro alla Villa comunale, dove a partire dal
venerdì 2 luglio, saliranno sul
palco, tra gli altri, diverse generazioni di musica tradizionale e folk
siciliana a partire da i Casentuli e
i Beddi che insieme a suonatori di
scacciapensieri da varie regioni del mondo, parteciperanno alla caratteristica Marranzanite (nome che nasce dal gioco
di parole tra “marranzano night” e la marranzanite cronica e acuta intesa come
amore viscerale per il marranzano e il mondo gli ruota attorno). Il sabato 3 luglio sarà una serata
dedicata al mondo rap/hip hop, segnata dal concerto Infernvum di Claver Gold e Murubutu,
dedicato a Dante, con una finestra sul rap siciliano rappresentato dal
palermitano Picciotto edal catanese L’Elfo. Il festival si chiuderà la domenica 4 luglio con il concerto dei giovani musicisti che
partiranno in tour grazie al progetto europeo Tremolo: gli ungheresi Zajnal,
i serbi Kurta Utca e i siciliani Jacaranda, già noti al pubblico del
MWF. A chiudere il concerto sarà l’atteso live dei Lautari, tra i primi gruppi siciliani che hanno portato alla
ribalta la musica tradizionale siciliana adattandola a un gusto contemporaneo.

Sin dalle
origini, accanto al Marranzano World Fest c’è l’Associazione Musicale Etnea,
che dal 2015 ha deciso e voluto produrre il Festival perché rientra nella sua
linea di lavoro, come spiega Biagio Guerrera,
presidente Ame: «Crediamo molto nel fatto che in Sicilia ci siano produzioni di
grande qualità, ma al di là di alcune eccellenze che hanno raggiunto fama internazionale,
da Carmen Consoli a Battiato, le produzioni di qualità che nascono qui troppo
spesso non riescono a uscire fuori dalla Sicilia. Noi interpretiamo il nostro
ruolo di Associazione a vocazione pubblica, che offre un servizio per il
proprio territorio con l’obiettivo di promuoverlo. Non è un discorso di
attaccamento nostalgico e localistico alle radici, ma di operare per proiettare
la Sicilia e la sua produzione culturale in un contesto più ampio».

La musica popolare, siciliana e internazionale, si prepara a risuonare sotto il Vulcano. Ritorna l’appuntamento con il Marranzano World Fest, la manifestazione catanese dedicata alle tradizioni musicali in chiave contemporanea, con una 12° edizione ricca di novità. A cominciare dal tema: “Cuntu, cantu, rap”, che abbraccia tre stili diversi per raccontare in modo performativo la cultura popolare contemporanea.

Come
ogni anno ci attendono grandi concerti con artisti siciliani, nazionali e
internazionali, che si svolgeranno quest’anno alle pendici dell’Etna, nella
spaziosa e suggestiva cornice dell’Anfiteatro Turi Ferro a Gravina di Catania. E
poi presentazioni di libri, laboratori, canti e cunti in luoghi suggestivi del
centro storico, per far vivere agli spettatori un’esperienza unica nel suo
genere.

Dal 25 al 27 giugno il programma si apre con un “preludio” di attività, in
collaborazione con Gammazita/Ursino Buskers (presentazioni, laboratori, musica
e racconti nelle piazze e nei cortili) che si snoderanno tra il Castello Ursino
e Piazza dei Libri a Catania, dove tra gli artisti attesi ci saranno Barbara Crescimanno, Sonu Bandidu, Angelo Daddelli & i Picciotti e molti altri.

Il 1° luglio l’edizione entra nel vivo con l’opening che si svolgerà tra Castello Ursino e Palazzo Biscari con una giornata di studi e una tavola rotonda sulle varie forme della narrazione performativa nella Sicilia contemporanea. Partendo dall’indagine sociologica del Prof. Dario Tomasello, che nel pomeriggio a presenterà a Castello Ursino il recente volume Playtelling, abbiamo invitato a Catania cuntisti, narratori, cantastorie e rapper da varie parti della Sicilia e oltre, per un incontro inedito che porterà ad una serata dall’esito imprevedibile nella corte di Palazzo Biscari. Con la partecipazione, tra gli altri, di Gaspare Balsamo, Giovanni Calcagno, Mario Incudine, Jali Diabaté (Senegal), Yousif Jaralla (Iraq), Picciotto.

«L’edizione di
quest’anno – spiega Luca Recupero,
direttore artistico del Festival – mira a indagare le forme tradizionali delle performance narrative nella cultura e
nella musica popolare contemporanea. Partendo dalle forme tradizionali come
quella del cuntu siciliano, un
patrimonio immateriale su cui quest’anno vogliamo portare l’attenzione, passando
dall’arte dei cantastorie e della
canzone narrativa, fino ad arrivare alle tendenze giovanili attuali del mondo rap
e hip hop che in Sicilia si sta sviluppando negli ultimi anni in modo molto
interessante. Tutti questi repertori si muovono sul confine tra narrazione e
canto, tra parola e musica. Raccontano delle storie e lo fanno utilizzando tecniche
performative particolari. Nascono come arti di strada, e condividono l’attenzione
alle tematiche sociali».

Le tre serate clou del festival di quest’anno si terranno, come già anticipato, a Gravina di Catania, presso l’anfiteatro Turi Ferro alla Villa comunale, dove a partire dal venerdì 2 luglio, saliranno sul palco, tra gli altri, diverse generazioni di musica tradizionale e folk siciliana a partire da i Casentuli e i Beddi che insieme a suonatori di scacciapensieri da varie regioni del mondo, parteciperanno alla caratteristica Marranzanite (nome che nasce dal gioco di parole tra “marranzano night” e la marranzanite cronica e acuta intesa come amore viscerale per il marranzano e il mondo gli ruota attorno).

Il sabato 3 luglio sarà una serata dedicata al mondo rap/hip hop, segnata dal concerto Infernvum di Claver Gold e Murubutu, dedicato a Dante, con una finestra sul rap siciliano rappresentato dal palermitano Picciotto e dal catanese L’Elfo. Il festival si chiuderà la domenica 4 luglio con il concerto dei giovani musicisti che partiranno in tour grazie al progetto europeo Tremolo: gli ungheresi Zajnal, i serbi Kurta Utca e i siciliani Jacaranda, già noti al pubblico del MWF. A chiudere il concerto sarà l’atteso live dei Lautari, tra i primi gruppi siciliani che hanno portato alla ribalta la musica tradizionale siciliana adattandola a un gusto contemporaneo.

Sin dalle
origini, accanto al Marranzano World Fest c’è l’Associazione Musicale Etnea,
che dal 2015 ha deciso e voluto produrre il Festival perché rientra nella sua
linea di lavoro, come spiega Biagio Guerrera,
presidente Ame: «Crediamo molto nel fatto che in Sicilia ci siano produzioni di
grande qualità, ma al di là di alcune eccellenze che hanno raggiunto fama internazionale,
da Carmen Consoli a Battiato, le produzioni di qualità che nascono qui troppo
spesso non riescono a uscire fuori dalla Sicilia. Noi interpretiamo il nostro
ruolo di Associazione a vocazione pubblica, che offre un servizio per il
proprio territorio con l’obiettivo di promuoverlo. Non è un discorso di
attaccamento nostalgico e localistico alle radici, ma di operare per proiettare
la Sicilia e la sua produzione culturale in un contesto più ampio».

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