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Marta Fascina, chi l’ha vista? Il Psi chiede le dimissioni

Marta Fascina, chi l’ha vista? Il Psi chiede le dimissioni
Marta Fascina

Bufera sulla ex compagna di Berlusconi: dopo le elezioni mai stata al collegio di Marsala, ma l’Mpa trapanese la difende. L’ex vicepresidente dell’Ars sul caso: “è il sistema elettorale che va cambia

TRAPANI – Marta Fascina, ormai ex compagna di Silvio Berlusconi, eletta lo scorso settembre 2022 al collegio uninominale di Marsala, alla Camera è andata pochino, registrando 0,56% di presenze. A Marsala, poi, non c’è mai stata. A Roma, Forza Italia, la invita a fare la deputata e ad andare a Montecitorio.

Il segretario del Psi siciliano Nino Oddo: “Siamo pronti – ha dichiarato – ad organizzare una raccolta firme. Che io ricordi, e bazzico in politica da un po’ di tempo, non è mai accaduto che un parlamentare non sia stato fisicamente, almeno una volta, nel suo collegio elettorale”. Il dirigente socialista porta altra acqua al suo mulino: “A questo punto, una raccolta di firme in provincia di Trapani per le sue dimissioni è, a mio parere, ormai matura”. Oddo è fiducioso: “La reputiamo una iniziativa bipartisan, perché tanti elettori e rappresentanti del centrodestra la pensano allo stesso modo”. Del resto “la vicenda ha superato il limite della decenza, se pure il fratello di Berlusconi ed i massimi dirigenti di Forza Italia hanno manifestato pubblicamente il loro disagio”.

L’entusiasmo del segretario del Psi, (e vicesegretario nazionale), viene però smorzato dalle dichiarazioni di un suo ex alleato. Il leader dell’Mpa trapanese Nino Papania boccia la raccolta di firme: “Sono contrario a questo tipo di intervento. Marta Fascina è stata eletta nonostante tutti sapessero perché era stata candidata. Non è la prima e non sarà nemmeno l’unica. Spero in una maturazione della classe politica. Ma devo dire che mi sembra una storia già vista”.

Il coordinamento regionale di Forza Italia preferisce invece glissare: nessun commento. Oddo, comunque, un risultato l’ha già raggiunto: è riuscito a scatenare i social. C’è chi è alla ricerca del banchetto per firmare e chi sottolinea che il Psi dovrebbe occuparsi di altro. Tra una polemica e l’altra riaffiorano i ricordi di quella campagna elettorale.

La sorpresa per la candidatura della compagna di Silvio Berlusconi nel collegio uninominale, l’attesa per una visita che non c’è mai stata. Trapani, per anni, s’è cucita addosso la medaglia di città più forzista d’Italia e l’ex premier è stato di casa, ospite dell’ex senatore Antonio D’alì. Tornano in primo piano anche i numeri di quella competizione elettorale. Ben 58mila preferenze per la Fascina, pari al 36%. Dopo la grillina mazarese Vita Martinciglio (28%) ed il democratico palermitano Antonio Ferrante (18%).

Il presidente della direzione regionale del Pd picchia duro: “A chiedere le dimissioni della Fascina dovrebbe essere, innanzitutto, il commissario di Forza Italia in Sicilia, visto che sono loro che ci hanno messo la faccia in questa vergogna resa possibile da una legge elettorale che è ancora lì. Delle due l’una, o si dimette lei o si dimette il coordinatore Caruso chiedendo scusa agli elettori”. Ma il caso Fascina ha anche una variante di sinistra. Riecheggiano infatti i musi storti e le facce deluse di una parte dei dirigenti del Pd che avrebbe voluto contrapporre alla compagna di Berlusconi il giovane Paolo Petralia Camassa, trapanese doc, ma con un’esperienza nella giunta palermitana del sindaco Leoluca Orlando.

Petralia, dem emergente, fermato dagli equilibri elettorali di coalizione e forse da qualche interessata e decisiva incertezza locale. Ferita ancora aperta che l’ex vicepresidente dell’Ars Camillo Oddo prova a rimarginare: “E’ il sistema elettorale nel suo complesso che va cambiato. è un ibrido di maggioritario e proporzionale che finisce per penalizzare i territori, che invece devono tornare protagonisti”. E l’onorevole Fascina? Sta sempre di più ad Arcore. L’altro Oddo, il segretario socialista, finisce per affondare il colpo: “Sarà pure affranta dal dolore e non ho elementi per giudicarla in questo senso, ma certo non può continuare in questa condizione”. Se la deputata forzista accettasse il suggerimento socialista di dimettersi si aprirebbero le porte delle elezioni suppletive. E c’è chi, tanto non costa niente, è andato a rileggersi i numeri elettorali. Un’alleanza Pd-Movimento Cinque Stelle, negata alle Politiche del 2022, renderebbe il seggio competitivo e non più sicuro per il centrodestra come quando venne scelta la Fascina. Fantapolitica?