Marzo mese dell’endometriosi, Maiorana, "Sicilia in prima linea" - QdS

Marzo mese dell’endometriosi, Maiorana, “Sicilia in prima linea”

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Marzo mese dell’endometriosi, Maiorana, “Sicilia in prima linea”

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sabato 06 Marzo 2021

In Sicilia esiste una legge regionale, la n.27 del 28 dicembre 2019. Una legge che introduce un quadro normativo che aiuta i medici a sviluppare competenze in merito e a creare quella rete che poi potrà dare sostegno alle donne a cui viene diagnosticata

Marzo è il mese dedicato alle donne affette da endometriosi. In ogni parte del mondo, durante questo mese, vengono organizzate diverse iniziative per fare conoscere questa malattia.

In Sicilia esiste una legge regionale, la n.27 del 28
dicembre 2019. Una legge che introduce un quadro normativo che aiuta i medici a
sviluppare competenze in merito e a creare quella rete che poi potrà dare
sostegno alle donne a cui viene diagnosticata.

Con il dott. Antonio
Maiorana
, dirigente medico e responsabile dell’ambulatorio per la diagnosi
e cura dell’endometriosi, presso l’Arnas Civico di Palermo, abbiamo cercato di
spiegare cos’è, come si diagnostica e cura, e quali i centri di rifermento
siciliani.

Iniziamo subito
spiegando cos’è l’endometriosi?

“Si tratta di una malattia cronica della donna in periodo fertile, di straordinario interesse clinico, scientifico e sociale. È causata dalla crescita dell’endometrio, quella mucosa che riveste l’utero al suo interno nella cavità endometriale, al di fuori della cavità uterina. Questo endometrio periodicamente mestrua determinando dei sanguinamenti all’interno della pelvi. Questi sanguinamenti provocano infiammazione, nel caso dell’ovaio causano cisti ovariche a contenuto ematico, aderenze, in ultima analisi quelli che sono i sintomi della malattia cioè il dolore pelvico cronico ciclico, la sterilità.

La donna affetta da endometriosi in buona sostanza soffre fondamentalmente di mestruazioni dolorose, che insorgono dopo qualche anno dalla prima mestruazione; soffre di rapporti dolorosi; soffre di dolore alla defecazione durante le mestruazioni. Questi sono i sintomi più frequenti, ma ce ne sono altri, come ad esempio la stanchezza cronica, o il dolore al momento dell’ovulazione”.

Come si diagnostica?

“Raccogliendo un’adeguata storia clinica della paziente, questo momento è strategicamente importante per farsi un’idea di quello che la paziente può avere; poi c’è la visita ginecologica che, ove effettuata da un medico esperto, può già dare tantissimi suggerimenti in merito alla presenza della malattia; infine c’è l’ecografia ginecologica che oggi suggerisce tantissime informazioni. Questi tre capisaldi: storia, visita ed ecografia già permettono di individuare parte della popolazione che ne è affetta”.

Come si cura?

“È una malattia che necessita di un approccio estremamente personalizzato. Può essere presa a paradigma per quella che è la più moderna delle medicine di precisione e il primo approccio, ove possibile, deve essere quello della terapia medica. Quella che si usa più frequentemente prevede l’utilizzo di estroprogestinici, i progestinici, sistemi ormonali che sopprimono la mestruazione nella paziente dando una pseudo gravidanza. Sopprimendo il flusso mestruale la paziente sta meglio e la malattia si contiene.

Il secondo passo è quello chirurgico che può essere fatto in centri di riferimento o da persone abili nel trattare questa malattia, perché quando le localizzazioni sono profonde e coinvolgono strutture vitali come l’apparato urinario o quello intestinale, necessitano di chirurghi molto esperti e di un approccio multidisciplinare. In ultimo a proposito di cure si deve dare sostegno alla persona e quindi deve essere prevista anche la figura dello psicologo che si prenda in carico la paziente”.

Quali le principali criticità?

“Intanto identificare dei professionisti e dei centri che siano in grado di fare una buona diagnosi, questo ridurrà il ritardo diagnostico, perché una donna con endometriosi aspetta troppo tempo prima di avere una diagnosi definitiva. La seconda criticità è una non sempre adeguata terapia sia dal punto di vista medico, ma soprattutto dal punto di vista chirurgico, perché se l’approccio chirurgico non è adeguato dal punto di vista della tempestività e dal punto di vista della qualità delle prestazioni chirurgiche effettuate, lì la partita si rischia di non giocarla adeguatamente.

In ultimo la presa in carico della persona, l’endometriosi è una malattia complessa e necessita di un approccio multi professionale e questo si può fare in centri che dedicano da tanto tempo la loro attenzione a una malattia così complicata”.

Esiste in Sicilia una
legge regionale che riconosce due centri di eccellenza uno a Palermo l’altro a
Catania.

“La Sicilia grazie alla legge n.27 del 28 dicembre 2019, che è a tutela e sostegno delle donne affette da endometriosi, ha introdotto un quadro normativo che aiuta noi medici a sviluppare competenze in merito e a creare quella rete che poi potrà dare sostegno all’intera popolazione. Ma soprattutto ha creato questi due centri di riferimento, uno è quello che si trova all’interno dell’ospedale Civico di Palermo, un centro per la diagnosi e cura dell’endometriosi, e l’altro al Garibaldi di Catania.

Questo è strategicamente importante per far sì che ci siano dei punti di riferimento, ma anche al fine di creare una rete di competenze all’interno del territorio siciliano che possa canalizzare le pazienti nel posto giusto con la diagnosi corretta.

La legge regionale non fa solo questo, la legge introduce anche una serie di strumenti normativi che sono a tutela e sostegno della paziente, non solo dal punto di vista sanitario ma anche sociale, come nel migliore degli esempi quando si parla di una malattia cronica in un ambito multidimensionale”.

Veronica Gioè

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