Nella sua carriera ha giocato ad altissimi livelli, militando in squadre come Atalanta, Milan e Celtic. Ma tra le sue esperienze ci sono anche due club siciliani: Messina e Palermo
“Spero si possa investire sulla passione dei tifosi”
Nella sua carriera ha giocato ad altissimi livelli, militando in squadre come Atalanta, Milan e Celtic. Ma tra le sue esperienze ci sono anche due club siciliani: Messina e Palermo. Massimo Donati ripercorre quegli anni, e non solo, con il QdS.
Il calcio siciliano è sparito dai grandi palcoscenici italiani. Qual è la causa principale? Congiuntura economica, capacità gestionale o sfortuna?
“È difficile da dire, perché ogni situazione è diversa. Quando si parla di una società di calcio la programmazione, organizzare la struttura societaria nel migliore dei modi, è fondamentale. I club hanno dei costi importanti da sostenere e se non riesce a far quadrare le entrate e le uscite e il budget che hai a disposizione, diventa un problema. È anche vero che, non solo in Sicilia, ci sono società con problematiche dal punto vista economico ma che alla fine riescono a salvarsi. Nell’Isola purtroppo non si è riusciti a fare questo”.
Riesce a darsi delle spiegazioni?
“Non capisco perché non si investa in Sicilia, dove il calcio si vive a 360°. Magari possono nascere altre problematiche, ma la passione è incredibile. Ricordo quando andai al Messina, nel 2004, non pensavo ci fosse quella voglia di calcio. È stato qualcosa di fantastico, c’erano un entusiasmo e una carica incredibile”.
Se dovesse investire nel calcio in Sicilia da cosa partirebbe?
“Innanzitutto dalle strutture. Gli stadi devono diventare di proprietà della società. Ti danno degli introiti importanti, non devi pagare l’affitto e non dipendi dal Comune. Ma questo non riguarda solo la Sicilia. Già c’è qualche società in Serie A che lo fa. Quindi sì, sicuramente dalle vendite più importanti che sono state fatte, si poteva puntare su questo. Anche se è da capire se a quei tempi c’erano le circostanze giuste per poterlo fare. Quando fai un investimento devi essere anche sicuro di avere dei ritorni economici”.
Crede nell’azionariato popolare e nelle cordate di imprenditori nel calcio?
“Rispetto alla nostra cultura la vedo un po’ più complicata. Funzionano certamente, ma in Paesi dove c’è un’educazione civica differente. Essere in tanti e trovarsi d’accordo su tutto è complicato, perché uno vuole sempre prevalere sull’altro. Sarebbe una gestione bella, funzionale, ma non credo che sia applicabile in Italia”.
Cosa le hanno lasciato le avventure con Messina e Palermo?
“Ho tanti ricordi cuore. Elencarne uno è difficile. Quando ero a Messina abbiamo battuto l’Inter all’ultimo con il mio assist e il gol di Rafael: è stato un momento pazzesco. Lo stadio era pienissimo, la gente è impazzita. Poi abbiamo pareggiato con la Juve e sconfitto anche la Roma. Un’atmosfera bellissima che non si viveva solo la domenica, ma anche durante la settimana. I siciliani sono gente di cuore, se tu dai tutto, loro ricambiano allo stesso modo. A Palermo uguale, abbiamo fatto belle prestazioni. L’anno successivo purtroppo non ne andava bene una. Rimane l’affetto e la bellezza di vivere quelle esperienza”.
Chi tra i compagni conosciuti in Sicilia l’ha più esaltata?
“A Messina c’era Iliev che aveva un talento pazzesco, saltava sempre l’uomo. Se avesse avuto un la giusta ‘garra’ avrebbe potuto a giocare ad alti livelli. A Palermo direi Ilicic, stesso discorso di Iliev. Anche Josip se da un punto di vista caratteriale fosse stato un po’ più forte, sarebbe arrivato ancora più in alto rispetto alla carriera, comunque grande, che sta facendo”.
MASSIMO DONATI
Massimo Donati è nato a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone il 26 marzo 1981. Centrocampista abile a impostare, nel 1998 viene acquisito dall’Atalanta e aggregato alle giovanili. Con Bortolo Mutti in panchina, esordisce nel campionato di Serie B con la maglia nerazzurra nella stagione 1999-2000 e contribuisce alla promozione in Serie A della Dea con 20 presenze un gol.
Il Milan mette gli occhi su di lui e nel 2001 lo acquista. Con la maglia rossonera colleziona 17 presenze, quasi sempre da subentrato. Dal 2002 al 2004 passa in prestito al Parma, al Torino e alla Sampdoria. Poi l’arrivo in Sicilia, al Messina dove rimane due stagioni. Nella città dello Stretto ritrova Bortolo Mutti: gioca 67 partite segnando due reti e contribuisce alla doppia salvezza dei peloritani.
Per Donati anche un’esperienza all’estero, in Scozia al Celtic Glasgow. Torna in Italia accettando l’offerta del Bari, mentre nel gennaio del 2012 passa al Palermo: con la maglia rosanero 48 gare e 2 gol in una stagione e mezza.
Ha debuttato nelle nazionali giovanili azzurre nel 1998, vestendo per 9 volte la maglia dell’Under-16 con un gol all’attivo. Nel 1999-2000 gioca 7 partite con l’Under-18. Nello stesso anno, dopo una partita con l’Under-20, inizia a giocare con l’Under-21, con cui colleziona 26 presenze e una rete tra il 1998 e il 2004
Poco tempo dopo il suo ritiro dal calcio giocato, nel 2019 Donati decide di intraprendere la carriera da allenatore, affiancando da vice Angelo Alessio prima e Alex Dyer poi sulla panchina del Kilmarnock Football Club. Dal 2018 è commentatore tecnico per Dazn.