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Massimo Midiri: “Concordare politiche di sistema per arginare la fuga dei giovani”

Massimo Midiri: “Concordare politiche di sistema per arginare la fuga dei giovani”
Massimo Midiri e Filippo Anastasi

Forum con Massimo Midiri, rettore dell’Università di Palermo

Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il QdS, alla presenza del vice presidente Filippo Anastasi, il rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri.

Quali sono le sfide che, oggi, affronta l’Università di Palermo?
“Tra quelle principali che stiamo affrontando c’è la crescita delle Università telematiche, che sono viste come soluzioni di seconda battuta dai ragazzi che abbandonano l’Ateneo tradizionale al primo anno. In particolare, abbiamo visto che questo fenomeno si verifica al secondo semestre, poiché lo studente, dopo aver superato il primo esame di una materia, incontra difficoltà e abbandona l’Università senza chiedere risposte agli eventuali problemi riscontrati. Questo avviene dopo l’Orientamento che, evidentemente, va migliorato. Il fenomeno dimostra in certi casi le carenze nella preparazione di base, createsi nelle scuole superiori di secondo grado, in particolare quando si frequentano le materie scientifiche. Questi aspetti sono da tenere in considerazione per le Università italiane, perché esse sono sottoposte a revisione da parte dello Stato che richiede migliaia di documenti per essere accreditati a livello nazionale, si tratta di 26 processi, tra i quali il gradimento degli studenti. Un’altra sfida è data dalla pressione che i ragazzi, in certi casi, ricevono dalla famiglia, che concepisce la prosecuzione degli studi e il lavoro dei figli fuori dalla Sicilia, una volta raggiunta la laurea. La famiglia non riflette, purtroppo, sul fatto che le spese sostenute per il ragazzo fino a diciotto anni gli hanno fatto acquisire abilità che non resteranno a Palermo, ma si trasferiranno fuori, contribuendo a incrementare i bilanci di altri Atenei e di un territorio che nulla ha fatto per loro e che si troverà così persone formate a proprio vantaggio. Lo Svimez calcola una perdita di 30mila ragazzi dal Sud all’anno che, in decenni, vanno a creare numeri molto significativi. Gli imprenditori iniziano a lamentare questa mancanza di personale, ma gli stipendi restano bassi e non c’è attrattiva per i giovani”.

Come affrontare questo problema della fuga dei giovani?
“L’Università, attraverso collaborazioni in atto, sta cercando di soddisfare le richieste degli imprenditori, ma ritengo che anche la Regione siciliana e il Comune di Palermo debbano fare la loro parte, garantendo delle agevolazioni che oggi non ci sono. Mi riferisco a servizi pubblici a prezzi ridotti e ad altre iniziative che invoglino gli studenti a restare in città. Occorre attivare una politica di sistema. Noi stiamo attivando dei processi che portino i ragazzi a restare a Palermo, creando anche economia di sviluppo. Esistono, poi, dei problemi con i visti per gli studenti stranieri, la cui assenza non permette loro di restare e di godere dei servizi universitari. Cercheremo una soluzione con il questore di Palermo per individuare un ufficio che possa dedicarsi a questo aspetto. Poi occorrerebbe anche risolvere il problema degli alloggi, cercando una soluzione al di fuori dell’Ersu”.

Quali sono i numeri dell’Ateneo in termini di iscritti, personale, strutture, offerta formativa e post lauream?
“I dati sono veramente incoraggianti, perché gli immatricolati su lauree triennali o a ciclo unico sono aumentati del 10,3%. Il dato diventa eclatante nei Poli decentrati di Agrigento, Caltanissetta e Trapani, perché l’incremento è dell’82,7%, con il numero degli studenti da seicento a mille e duecento. Del resto, abbiamo creato sedici Corsi di laurea in più che non sono doppioni di quelli di Palermo, perché nascono da una strategia d’investimento su un’offerta formativa alternativa a quella del capoluogo. Un limite a questo sviluppo è la mancanza di direttori di consorzi a Trapani e a Caltanissetta, mentre Agrigento ne ha uno. La didattica vede anche un incremento complessivo degli studenti iscritti, passando da 43.600 a 46.200. Anche gli studenti stranieri sono cresciuti del 26%, arrivando a quasi mille”.

Massimo Midiri: “Concordare politiche di sistema per arginare la fuga dei giovani”


Crescita importante nonostante i tagli e mantenendo gli equilibri di bilancio

Negli ultimi anni l’Università di Palermo ha vissuto una crescita importante. Quali sono gli obiettivi che avete raggiunto?
“Abbiamo raddoppiato i corsi di laurea in lingua inglese per attrarre gli studenti stranieri. Abbiamo ricostituito l’area didattica e servizi agli studenti, che è articolata in otto settori con 150 persone e abbiamo aumentato il personale didattico a 1.700 persone, facendo incrementare anche il personale amministrativo. Tutto questo l’abbiamo ottenuto mantenendo un bilancio in equilibrio, nonostante un taglio imprevisto di dodici milioni di euro. E se questi tagli imprevisti continueranno nei prossimi tre anni, ci metteranno in difficoltà. Infine, abbiamo creato 26 aule immersive dotate di sistemi multimediali molto avanzati”.

Avete anche stretto importanti accordi con le istituzioni presenti sul territorio…
“Tra quelli che abbiamo con il Comune di Palermo, uno riguarda la valorizzazione di via Archirafi, dove hanno sede i nostri Dipartimenti scientifici. Il Comune amplierà i marciapiedi, si occuperà del senso di marcia unico e del parcheggio su un lato della strada, oltre che dell’installazione di fioriere. L’Università si sta occupando del rifacimento di tutti i prospetti dei Dipartimenti. Inaugureremo tra giugno e settembre i tre plessi, che saranno modernissimi e porteranno una soluzione al problema dell’insufficienza delle aule. Ci occuperemo anche dell’eliminazione dei diaframmi, trasformando gli Istituti in un unico Polo didattico. Alla Facoltà di Giurisprudenza restituiremo il Polo della Martorana, che diventerà Biblioteca universitaria e spazio interattivo nel 2026. Infine, con il dissequestro, che auspichiamo, del parco Ninni Cassarà, al centro di un intervento da parte del Comune, potremo realizzare una strada di settecento metri che collegherà le sedi al capolinea dei bus in pochi minuti”.

Massimo Midiri: “Concordare politiche di sistema per arginare la fuga dei giovani”


Efficientamento energetico utilizzando il fotovoltaico

Può illustrarci le principali novità che introdurrete quest’anno nella Cittadella di viale delle Scienze?
“Oltre alla risistemazione di tutti i marciapiedi, all’installazione di tavoli da ping pong e alla creazione di aree di aggregazione per i giovani, creeremo degli spazi per i percorsi con i monopattini e con le auto, così da permettere il transito da viale delle Scienze a via Archirafi e viceversa. D’altronde, in un’ottica ecosostenibile, l’Università vuole ridurre la spesa elettrica di quattro milioni di euro, poiché stiamo dotando tutti i plessi di pannelli fotovoltaici. Per quanto riguarda il Policlinico 2, sarà progettato e costruito da Invitalia, mentre la struttura attuale sarà trasformata in un campus universitario”

Su quali aspetti avete puntato per potenziare l’offerta formativa?
“Creeremo dei corsi di laurea in modalità ibrida, dove ci saranno lezioni online, mentre i laboratori saranno svolti in presenza. L’iniziativa servirà a recuperare una popolazione che non può permettersi di studiare, per esempio perché lavora, ma lo desidererebbe. Con il Comune di Palermo abbiamo in corso un accordo con il quale l’Università recupererà tutto il Collegio San Rocco, sede della Facoltà di Scienze politiche, che diventerà un Polo universitario, mentre il Comune avrà l’Hotel Patria. Poi, stiamo creando l’ospedale veterinario che sarà collegato al futuro Corso di specializzazione di veterinaria. Si calcola consterà di circa seimila allievi. Questo ospedale, in collaborazione con l’Istituto zooprofilattico della Sicilia, fornirà un supporto importante nel contrastare le malattie degli animali che possono trasferirsi all’uomo”.