Home » Mattarella “chiude” la procedura d’infrazione

Mattarella “chiude” la procedura d’infrazione

Adesso il nemico è la stagnazione

Con la dichiarazione di martedì, “Non vedo ragioni per aprire la procedura d’infrazione”, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha di fatto chiuso questa possibilità ventilata dalla Commissione europea. Manca il sugello ufficiale, ma non si può dubitare che il Capo dello Stato non si sarebbe esposto se non fosse stato sicuro di questa positiva conclusione.
La svolta c’è stata: il responsabile del Mef, Giovanni Tria, è riuscito a raccogliere, fra maggiori entrate e tagli di spesa, 8-9 miliardi, con la conseguenza che il disavanzo 2019 dovrebbe chiudersi con un’eccedenza delle uscite sulle entrate nella misura del 2-2,1%.
Riteniamo che questa proposta sia stata accolta positivamente dal commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, e dunque la vicenda dovrebbe essere per il momento defunta.
Resta invece aperta quella relativa alla formulazione della Legge di Bilancio 2020, in cui occorre rettificare entrate e uscite per una quarantina di miliardi.


Riteniamo che anche in questo caso, il sapiente Tria riuscirà a trovare le risorse, forte del primo successo e anche perché l’assetto della coalizione GialloVerde si è stabilizzato.
Di Maio ha capito che il nuovo capo della coalizione è Salvini, il quale però non ne approfitta e lascia fare al primo alcune azioni che servono per soddisfare il proprio elettorato.
Alla luce di quanto precede, dovremmo supporre che di elezioni non si parlerà almeno fino al prossimo anno, probabilmente perché, superato lo scoglio della Legge 2020, le altre attività procederanno più secondo la linea di Salvini che non secondo quella di Di Maio.
La Tav si farà, gli amministratori dell’Ilva riceveranno il salvacondotto oltre il 6 settembre, la Tap è già in fase di realizzazione e tutte le grandi opere (traforo del Brennero e dei Giovi) sono in realizzazione.
C’è convenienza nella durata della coalizione, sia per Salvini che per Di Maio. Il primo tende a consolidare i consensi, come dimostrano i più recenti sondaggi, che fanno aumentare le percentuali della Lega dal 34 al 37%. Il secondo, perché vede allontanarsi la catastrofe che si verificherebbe in caso di nuove elezioni, in conseguenza delle quali i parlamentari M5s si dimezzerebbero.

Il Mercato ha apprezzato l’andamento delle cose che vi abbiamo indicato, per cui lo Spread è sceso addirittura sulla soglia di 210 punti base, il che significa che la differenza fra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi ha una percentuale del 2,1%.
La Borsa italiana va bene, quasi tutti i titoli sono in rialzo. Questo stato di fatto non cambia quando arriva il generale Agosto e con esso il periodo di ferie, più o meno meritato, e la voglia di tutta la gente di pensare allo svago anziché al lavoro.
Naturalmente il dilemma svago-lavoro non c’è ormai per i milioni di pensionati che, più o meno meritatamente, non lavorano più. Più o meno meritatamente, in quanto i loro assegni non riflettono i contributi versati. La questione riguarda i dipendenti pubblici e non quelli privati.
Intanto, sottolineiamo con estremo favore l’indicazione della tedesca Ursula von der Leyen a futura presidente della Commissione europea, della francese Christine Lagarde a presidente della Bce e l’elezione di Davide Sassoli, del Pd, a presidente del Parlamento europeo.


Resta la vera questione in cui si dibatte il Paese: la stagnazione. Non c’è più crescita, in quanto è irrilevante lo zerovirgola, anche se bisogna prendere atto dell’aumento dei posti di lavoro e della diminuzione della disoccupazione al di sotto della soglia psicologica del 10%, cioè il 9,9%. Rimangono pur sempre 2,589 milioni di disoccupati, cioè, tenuto conto delle famiglie, 6-7 milioni di persone che non possono contare su un reddito fisso.
A questi bisogna pensare. Come? Non certo per magia o per decreto, bensì mediante l’apertura dei cantieri, investimenti in opere pubbliche e in attività private, mediante la leva del credito d’imposta nei diversi settori.
Per far questo è necessario che il Mef destini agli investimenti somme cospicue, sottraendole alla spesa corrente, anche tenendo presente che la maggioranza di tali investimenti debbono essere destinati al Meridione che soffre di una carenza d’infrastrutture che blocca lo sviluppo di nuove attività.
La circolazione di beni e merci, com’è noto, è il modo per smuovere l’economia e, con essa, l’aumento dell’occupazione.