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Mattarella richiama istituzioni su difesa, Ue e astensionismo

Mattarella richiama istituzioni su difesa, Ue e astensionismo

“Su obiettivi fondamentali serve condivisione guardando al bene comune”

Roma, 19 dic. (askanews) – “Ci sono alcuni grandi temi della vita nazionale che vanno oltre l’orizzonte delle legislature, e attraversano le eventuali alternanze tra maggioranze di governo. Questioni strategiche che definiscono per il loro contenuto il futuro della nostra Repubblica”. Sergio Mattarella richiama le istituzioni, la politica e la società civile alla responsabilità. Nel salone dei Corazzieri al Quirinale è presente quasi tutto il governo, a partire dalla premier Giorgia Meloni (con la quale ha scambiato alcune parole prima della cerimonia), i presidenti delle Camere, gli esponenti delle forze di opposizione ma anche tanti rappresentanti del mondo delle imprese e del sindacato, delle alte magistrature e i vertici militari.

Nel tradizionale scambio di auguri al Quirinale prima della pausa natalizia il Presidente della Repubblica rivolge due messaggi chiari: il primo riguarda la difesa. Dopo il tradizionale videocollegamento con i militari impegnati nelle missioni internazionali presso la sede del Covi che ha lungamente elogiato per il difficile compito svolto, il capo dello Stato ha ricordato che la spesa per la difesa e la sicurezza è “comprensibilmente poco popolare” e “tuttavia, poche volte come ora, necessaria” per dare il nostro contributo alla difesa comune europea, anche perchè, avverte, “sicurezza nazionale e sicurezza europea sono oggi indivisibili”. L’altro richiamo riguarda l’astensionismo, ne aveva già parlato in passato, parlando agli enti locali, ma oggi il suo monito è risuonato ancora più forte: “una democrazia di astenuti, di assenti, di rassegnati è una democrazia più fragile e a subirne danno sono i cittadini”, ha ribadito.

Il capo dello Stato ha rivolto anche un ennesimo appello a sostenere l’Unione europea: “sappiamo bene che l’Unione ha alcuni problemi e molti avversari – dice – . Ma soltanto l’Europa può preservare, e dare un futuro, a quelle conquiste che gli Stati hanno garantito per decenni con i loro ordinamenti”. Sono troppi e troppo grandi i problemi del nostro tempo, osserva, per affrontarli da soli. E tra questi cita anche la sfida che viene da modelli di potere autoritario e che mettono in discussione quello democratico. Inoltre desta “allarme e inquietudine” l’affacciarsi sulla scena di un nuovo potere, quello legato alle centrali del potere finanziario che vuole fare a meno della politica senza la quale, avverte, la democrazia “inaridisce”.

L’Unione europea che ha saputo costruire dopo il secondo conflitto mondiale uno spazio di diritti e di libertà: “di poter leggere, scrivere, manifestare il pensiero, senza rischi di repressione o di censure preventive. Di assicurare pari condizioni per tutti, prescindendo dal sesso, dall’estrazione sociale, dalle convinzioni politiche, dal colore della pelle, dalla fede religiosa, liberi da razzismo e da risorgente antisemitismo. Di avere una giustizia indipendente”. L’Unione europea che “ha costruito la pace coltivando la relazione transatlantica”.

E guardando al patrimonio costruito in questi 80 anni di pace Mattarella invita a recuperare la parola “insieme”, antidoto alla sfiducia, capacità di lavorare per un obiettivo comune, con partecipazione. Una “parola che sembra desueta in un tempo caratterizzato da crescente astensione”, osserva con amarezza il capo dello Stato. Ma “una società che non si preoccupasse quando la maggioranza assoluta degli elettori sceglie di non votare non si accorgerebbe che si riduce la sua solidità, che la sua politica rischia di esaurirsi nella autoreferenzialità”. Per Mattarella quindi “spezzare questo circolo vizioso è interesse di tutti, perché è un’ampia, consapevole partecipazione a conferire una forte legittimazione” e invita ad indagare le ragioni di questa disaffezione dal voto: “il pluralismo delle idee, la dialettica tra opinioni diverse, il confronto tra posizioni culturali anche molto distanti sono indispensabili alla democrazia”. Se invece prevale il conflitto, la frattura, la mancanza di risposte condivise “si alimentano i germi della estraneità alla politica”.

Quindi il suo appello alla politica a ritrovare uno spirito di condivisione: “È legittimo e necessario che ogni forza politica abbia la sua agenda, le sue priorità, una sua visione della realtà e delle dinamiche che la muovono – ammette il Presidente -. Ma oltre al confronto e alla fisiologica dialettica deve esserci anche la condivisione di alcuni obiettivi fondamentali su cui lavorare insieme per assicurare il bene dell’Italia”.

Il messaggio di auguri si conclude con il ringraziamento a tutte le figure della società che “ogni giorno svolgono il loro dovere con competenza, abnegazione, onestà, dignità e onore in ogni settore della vita pubblica”. Cita chi lavora nella pubblica amministrazione, insegnanti, polizia penitenziaria, volontariato, medici, infermieri, giornalisti, militari, forze dell’ordine, “chi adempie il suo mandato elettivo con lo sguardo rivolto non alle successive elezioni ma all’orizzonte del bene comune dell’Italia”.