Roma, 6 dic. (askanews) – Nella sua Palermo, in un Teatro Massimo che l’accoglie con un applauso familiare, Sergio Mattarella non solo parla del valore del volontariato, “patrimonio impressionante” e “vera palestra di democrazia”, ma lo declina secondo i valori costituzionali che riflette, allargando così la riflessione oltre i confini dell’occasione, il passaggio di testimone di capitale del volontariato tra Palermo nel 2025 e Modena che lo sarà nel 2026.
I volontari, sottolinea il Capo dello Stato, scegliendo un’espressione non certo casuale, “sono veri e propri patrioti” che accrescono il “valore morale del nostro Paese” perchè il volontariato “non è solo una sorta di pronto soccorso nelle grandi emergenze”, ma “accompagna e offre significato alla quotidianità delle persone” ed è “protagonista nell’attuazione di principi della nostra Costituzione”.
La Carta, sembra dire il presidente, non immagina un cittadino ripiegato su se stesso ed autoreferenziale, ma aperto alla costruzione, con un proprio contributo, del bene comune. Per questo cita Sergio Paronetto, politico e protagonista dell’Azione cattolica tra le due guerre, nonchè promotore del Codice di Camaldoli, che ha preceduto la redazione della Costituzione, e ne ricorda le parole: “Vogliamo essere annoverati tra quelli che saranno giudicati perchè faranno”.
Concetto ancora più importante oggi, in un tempo avvelenato dalla paura. Quello che viviamo “è un tempo contrassegnato anche da paure suscitate da tossine messe in circolo ingannevolmente – osserva – da indifferenze che non condannano la sopraffazione, la violenza, l’illegalità, da un allontanamento dalle ragioni della convivenza civile”. “Le tossine oscurano il futuro e il volontariato è un antidoto prodigioso”, aggiunge. Dietro a queste parole, al rischio di una visione della vita che privilegia “l’entropia dell’individualismo”, ci sono tanti temi di attualità, dall’Ucraina alle questioni italiane.
Davanti a una giovane volontaria palermitana, che osserva come occupandosi degli altri “si dona uno e si riceve mille”, Mattarella chiosa che “è il disinteresse nei confronti delle altre persone, nei confronti della società a provocare diseconomie determinando inoltre fratture sociali, esclusione, deserto”. Insomma, “la giustizia, premessa della pace, si realizza iniziando dal basso, da quel che è vicino”, dall’essere comunità e dal coltivare la coesione.
Parla agli “scettici”, infine, il presidente, a chi pensa che “la gratuità sia un termine caduto in disuso” oppure “una ingenua illusione per anime belle ma fuori della realtà”: si sbagliano, queste azioni gratuite sono “volano concreto di costruzione del bene comune”.

