Inauguriamo oggi una nuova rubrica di QdS.it, uno spazio dedicato alla cultura, raccontata in maniera cordiale e colloquiale nel salotto della nostra giornalista Nicoletta Fontana, che vedrà alternarsi sulla sua poltrona arancione alcuni dei protagonisti della scena artistica, letteraria, culturale italiana.
Mattia Jachino Serpotta, stimatissimo avvocato penalista catanese, ma
anche noto per la sua vivace attività sui social, fatta di post
esilaranti, fortemente ironici e dissacranti, talvolta rivolti anche alla
sua persona.
Mattia Serpotta si autodefinisce timido e
ammette che, solo attraverso la scrittura, sua atavica passione, riesce a
essere se stesso, riuscendo a far emergere il suo lato più
intimo, la sua ironia e il suo essere goliardico. “La scrittura come
mezzo terapeutico”. Si è seduto sulla “Mia poltrona” per raccontarmi la nascita
del suo libro intitolato “La gente non stanno bene” che a suo dire è
“Il suo primo e ultimo libro”, come scrive nell’ultima di copertina.
Un’audace sentenza che mi fatto subito pensare a una delle sue ennesime battute, visto anche il grande successo che sta riscuotendo. Siamo già alla seconda ristampa in pochi mesi dalla presentazione.
Un libro da lui stesso definito
“leggero “, ma che conduce il lettore alla riflessione su quanto sia
bizzarro il comportamento dell’essere umano nelle varie situazioni della vita.
Il libro è articolato in 43 racconti non legati tra loro, dando la possibilità
al lettore di saltare il capitolo al quale non è interessato,
dirottandolo direttamente sull’argomento che di più lo farà ridere.
Per Serpotta l’ironia è la capacità di cogliere gli aspetti divertenti
anche dalle cose più tragiche della vita.
Buona lettura a tutti!
E la spiegazione di Jachino???