Mattone selvaggio, ad Alcamo una task force del Comune - QdS

Mattone selvaggio, ad Alcamo una task force del Comune

Vincenza Grimaudo

Mattone selvaggio, ad Alcamo una task force del Comune

martedì 16 Febbraio 2021

Partono in serie ordinanze di demolizione in alcuni casi dopo una battaglia tra Tar e Cga. Gli abusi riguardano immobili interi o in parte, ma anche scantinati, tettoie e attività commerciali

ALCAMO (TP) – Se c’è un tema che ad Alcamo non tramonta mai quello è sicuramente il fenomeno dell’abusivismo edilizio.
Il mattone selvaggio ad Alcamo tiene sempre banco, con la differenza in questi giorni che per gli abusivi è arrivato il tempo di pagare il conto.

Nelle ultimissime settimane ben 9 le ordinanze emanate dagli uffici della ‘Pianificazione urbanistica’ in cui si stabilisce di demolire gli immobili, o parti di essi, non conformi alle concessioni edilizie. Dal centro storico alle periferie, dalle case ai garage, passando persino ad attività commerciali. C’è di tutto in questa azione di contrasto alle colate di cemento indiscriminato.
Adesso è arrivata l’ingiunzione alla demolizione ed al ripristino dello stato dei luoghi.
Gli abusivi avranno tre mesi di tempo, dopodichè interverrà il Comune in via sostitutiva e procederà al recupero delle somme nei confronti dei proprietari.

Nelle zone più periferiche si segnalano gli abusi più svariati. In contrada Crocicchia scoperta una struttura ad un piano, con annessa cantina e un casotto prefabbricato in legno adibito a ricovero animali. Ad essere state scoperte una serie di difformità per cui non è stato richiesto il permesso di costruire, ancor di più perchè l’immobile ricade in zona ‘E7’ ed è sottoposto al solo vincolo sismico. In contrada Palmeri addirittura sono stati accertati interventi edili abusivi che hanno generato un immobile in totale difformità rispetto a quello per cui aveva ottenuto nel 2013 la concessione edilizia.

Le contestazioni sono innumerevoli: chiusura della veranda a piano terra lato est dove è stato realizzato un vano adibito a cucina, modifiche dei prospetti, sistemazione del terreno non corrispondente ai grafici della concessione, un pergolato, il primo piano accatastato come sottotetto non abitabile è stato addirittura tramezzato, arredato ed utilizzato ad abitazione.

Anche qui vige un vincolo di tutela, in questo caso per “paesaggio agrario”. In un’altra contrada accertata la presenza di una costruzione formata da un piano seminterrato e piano terra con un’unità abitativa, vano garage e veranda con terrazzo, in questo caso tutto realizzato in assenza di concessione edilizia. Il proprietario ha intentato dei ricorsi al Tar e al Cga contro l’ordinanza di demolizione ma entrambi sono stati respinti. Infine in contrada Bosco d’Alcamo sono stati contestati lavori abusivi su un primo piano, tettoia con struttura in ferro e sovrastanti lastre di tipo cemento, manufatto a piano terra antistante la costruzione utilizzato come deposito e una scala esterna.

Si è salvato dalla demolizione, in seguito ad un ricorso al Tar, solo il piano terra perchè costruito in periodo antecedente al 1967, quindi prima dell’entrata in vigore della legge sulla pianificazione urbanistica. Nel centro abitato sono stati scovati altri abusi, tra loro un quinto piano in via Tre santi con copertura in legno a falde inclinate, tompagnatura in muratura e tramezzature in segati di tufo.

Per un’altra abitazione in via Ugo Foscolo accertate difformità con diversa distribuzione degli spazi interni, modifiche esterne, realizzazione di due soppalchi di cui uno in muratura all’interno del garage e l’altro con struttura in legno, ed ancora diverse altre modifiche in tutti e tre i piani dell’edificio. Infine in via Boura scoperto un immobile ad uso commerciale di 58 metri quadrati, per cui era stato richiesto (e respinto) il condono edilizio nel 2010.

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