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Maturità, cambio del nome e restyling dell’Esame di Stato: cosa cambia dal 2026

Maturità, cambio del nome e restyling dell’Esame di Stato: cosa cambia dal 2026

La parola maturità restituisce l’idea di crescita, di responsabilità e di sviluppo personale: le novità per il 2026

Spada di Damocle degli studenti della secondaria di II grado, l’esame di Maturità, per il 2026 ha subito un restyling. Dal cambio di nome all’obbligatorietà del colloquio orale, fino alle le quattro materie decise dal Mim, sono diverse le novità del nuovo esame. Innanzitutto non si chiamerà più “Esame di Stato“, ma appunto “esame di ‘Maturità” poiché ha lo scopo di condurre una valutazione complessiva sulla persona che termina un percorso scolastico: la parola maturità restituisce l’idea di crescita, di responsabilità e di sviluppo personale.

Come cambia l’esame di Maturità 2026

Oltre al nome è stata parzialmente modificata la struttura delle prove: resta invariata la prima prova di italiano con i temi, mentre la seconda prova scritta sarà diversa per ciascun indirizzo di studi. Per esempio, nei licei classici la seconda prova sarà di latino o greco, mentre negli scientifici potrà riguardare matematica, fisica o scienze, a seconda dell’indirizzo.

Quindi la seconda prova scritta è aggiornata per rispecchiare al meglio i programmi dei diversi indirizzi. Per i licei scientifici, soprattutto, la prova di matematica avrà accanto ai tradizionali esercizi, quesiti di logica e comprensione del testo, così da valutare non solo la preparazione tecnica, ma anche la capacità di ragionamento critico.

Le novità

Modifiche anche per la commissione che si ridurrà a 5 membri (2 interni, 2 esterni e un presidente). Restyling per il colloquio orale che diventerà ancora più interdisciplinare, più selettivo, focalizzandosi su quattro materie decise annualmente dal ministero e rese note a gennaio, oltre che su educazione civica e Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (Pcto). Addio al materiale iniziale preparato dalla commissione con cui finora si apriva il colloquio: un testo, un documento, un’esperienza, un progetto o un problema da cui partire per fare collegamenti. Una modalità, per molti, fonte di ansia perché rendeva l’avvio più imprevedibile e poteva mettere in difficoltà anche chi aveva studiato. L’eliminazione punta a rendere l’orale meno legato a un ‘innesco’ esterno e più coerente con il percorso svolto.

Novità importante l’obbligatorietà del colloquio, senza l’orale non si passa. Lo studente che decide di rifiutare l’orale senza una giustificazione valida non ottiene il diploma, e di conseguenza dovrà ripetere l’anno. Infine, la prova orale prevede un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale, per gli studenti che riportino almeno sei decimi in condotta. Un modo per rafforzare il legame tra responsabilità civica e percorso formativo.

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