Il maxi-processo per un traffico internazionale di droga, che avrebbe dovuto svolgersi presso il tribunale di Agrigento, ha subito un incredibile contrattempo. Gli imputati, trasferiti dal carcere Pagliarelli, non sono mai arrivati in aula a causa di un doppio guasto ai mezzi di trasporto.
Il primo pulmino si è fermato lungo la Palermo-Agrigento, costringendo le autorità a inviarne un altro. Tuttavia, anche il secondo veicolo ha subito lo stesso destino, rendendo impossibile la celebrazione del processo. Magistrati, avvocati e interpreti giunti appositamente da diverse città sono stati costretti a tornare indietro senza poter svolgere alcuna attività giudiziaria.
Un traffico da un miliardo e mezzo di euro
L’indagine risale a luglio 2023, quando la Guardia di Finanza intercettò nelle acque siciliane il peschereccio “Ferdinando D’Aragona” mentre recuperava pacchi lanciati da un cargo battente bandiera della Repubblica di Palau, il “Plutus”. Il carico conteneva ben 5,3 tonnellate di cocaina, per un valore stimato di un miliardo e mezzo di euro.
Gli equipaggi delle due imbarcazioni vennero arrestati e alcuni imputati hanno già ricevuto condanne pesanti, tra cui il comandante del “Plutus”, il russo Viktor Dyachenko, e il comandante del peschereccio, Vincenzo Catalano, entrambi condannati a 16 anni di carcere. Anche altri membri dell’equipaggio hanno ricevuto pene dai 12 ai 14 anni, con multe fino a 100 mila euro.
Un processo internazionale bloccato da problemi logistici
L’udienza avrebbe visto alla sbarra imputati di nazionalità russa, tunisina, azera, italiana e ucraina. Il mancato trasferimento degli arrestati rappresenta un clamoroso intoppo, rinviando un processo di rilevanza internazionale. Ora si attende una nuova data per l’udienza, sperando che questa volta i mezzi di trasporto reggano il viaggio.

