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Mediterranea punta il dito, l’emergenza migranti a Lampedusa colpa del Governo

“Un’emergenza creata ad arte”, perché “i numeri delle persone che arrivano via mare non sono diversi da quelli del 2016. Quello che è cambiato è invece il fatto che non esiste più un sistema di prima e seconda accoglienza diffusa, dignitoso ed efficace, smantellato in questi anni proprio da chi oggi sta al governo”. A dirlo è Mediterranea Saving Humans a proposito della situazione dei giorni scorsi a Lampedusa, “con nuove vite perse in mare, tra cui quella della piccola Traore Mama, con oltre settemila esseri umani rinchiusi dentro un hotspot che potrebbe contenerne solo dieci volte di meno, le cariche e i manganelli sul molo contro persone stremate dopo un viaggio nel quale hanno rischiato la vita, le bottigliette d’acqua lanciate in mezzo alla folla assetata, tutto quello che stiamo vedendo, non solo è inaccettabile, ma si poteva e doveva evitare”.

“Si potrebbe e dovrebbe evitare a monte – spiega l’ong – con una necessaria e coraggiosa inversione di rotta nelle politiche migratorie italiane ed europee e, finalmente, l’apertura di canali d’ingresso sicuri e legali nella Ue. Ma si potrebbe e dovrebbe evitare anche nell’immediato. Come dice anche il sindaco dell’isola Mannino, i trasferimenti veloci delle persone verso la Sicilia andavano non solo potenziati ma resi effettivi, con prevedibile anticipo, dall’impiego di navi e aerei militari e civili. Il governo, invece, di spendere tempo e soldi per inseguire fantomatici e disumani accordi con trafficanti e miliziani per bloccare in lager le donne uomini e bambini, disponga la permanenza sull’isola di grandi navi militari in grado di trasferire migliaia di persone al giorno”.

Mediterranea invoca “Mare Nostrum”

Per Mediterranea, però, l’emergenza Lampedusa è costruita anche dal punto di vista dei soccorsi in mare. “A partire dalla scelta di tenere lontane dalle acque libiche e tunisine le navi delle guardie costiere e delle marine europee, per lasciare mano libera a catture, respingimenti, deportazioni”.

“L’arretramento della zona operazioni a ridosso dell’isola e l’impiego di motovedette con poco spazio per imbarchi e poca autonomia, provocano la conseguenza che l’unico approdo possibile diventi proprio Lampedusa – spiegano dall’ong -. Se si impiegassero al largo mezzi più capaci come le navi Diciotti, Dattilo e Gregoretti o le unità della Marina, un numero maggiore di persone potrebbe essere soccorso tempestivamente e trasferito direttamente sul continente, riducendo innanzitutto i rischi di affondamento che purtroppo continuano a causare morti anche a poca distanza dal molo. Una operazione stile Mare Nostrum che il governo italiano e le istituzioni europee non vogliono attuare per motivi politici e propagandistici, condannando Lampedusa a diventare teatro dell’emergenza creata ad arte”.