Nel Mare Nostrum finiscono ogni anno 229mila tonnellate di oggetti e frammenti, mentre sulle spiagge si contano ogni 100 metri oltre 800 rifiuti. Serve un’azione sinergica e una corretta informazione
LIPARI – Sbigottiti e a dir poco sopresi nell’apprendere che appena pochi giorni fa, prima del provvedimento “salvamare”, che è diventato legge dopo quattro anni dalla presentazione del ddl, i pescatori, ma anche i cittadini comuni che raccoglievano i rifiuti in mare e soprattutto la plastica ammazza tartarughe, delfini… avrebbero potuto essere denunciati e sanzionati perché sino a quel momento prelevare i rifiuti in mare era un reato. Un paradosso, per non dirsi anche stupefacente dinnanzi a una tipica legge di una “italiota” spesso inutile e contraddittoria.
Tonnellate di plastica che navigano da decenni nei nostri mari
Così adesso ognuno di noi potrà andare in spiaggia, fare il bagno e raccogliere, seppure come gesto simbolico, una minuscola porzione di quelle tonnellate e tonnellate di plastica che navigano anche da decenni nei nostri mari e poi finiscono sulla battigia delle nostre rinomate coste. Così, tra il serio e faceto, a spasso col cane ad inizio stagione, abbiamo avviato una personale mini bonifica in una porzione di circa 100 metri di battigia di Acquacalda, selvaggia e stupenda località della costa Eoliana, sull’Isola di Lipari, che quest’anno ha ottenuto la Bandiera blu. E Legambiente aveva visto giusto.
Nella perlustrazione di meno di 100 metri, abbiamo raccolto un due grandi sacchi di rifiuti, intercettando di tutto, dalle scarpe… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI