Roma, 20 mag. (askanews) – L’ottavo rapporto Agromafie “è un esercizio di partecipazione e vigilanza democratica, consente di analizzare le patologiche disfunzioni della filiera agroalimentare, il ruolo criminoso che la grande filiera ortofrutticola svolge in molti contesti, la dimensione transnazionale della mafie, ed è una chiara denuncia della generale sottovalutazione della gravità di un fenomeno che incrocia anche altre direzioni criminali e chiede un potenziamento delle attività di contrasto, a partire dalla mappatura delle distorsioni del mercato agricolo”. Lo ha detto Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, intervenendo alla presentazione dell’ottavo Rapporto sui crimini agroalimentari in Italia elaborato da Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio agromafie e presentato al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi, sede di Coldiretti, a Roma.
“Le cosiddette imprese senza terra citate nel Rapporto svuotano e deformano gli istituti cooperativistici – ha aggiunto Melillo – e trasformano le imprese agricole spesso inconsapevoli in un teatro di abusi e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A questo, l’intervento giudiziario si avvicina a volte con efficacia e a volte con efficacia minore, ed è certo che ciò che avviene nel mercato delle imprese agricole è solo una parte della frammentazione del mercato del lavoro da tempo in atto”.
Il rapporto, ha proseguito il procuratore nazionale antimafia, è “un documento di denuncia sociale che pone domande importanti all’insieme delle politiche pubbliche, confermando che la presenza di criminalità organizzata non è una infiltrazione ma un dato strutturale e consolidato. Induce a interrogarci sulla adeguatezza degli strumenti di cui disponiamo”.

