Meloni: atto non dovuto, discrezionale - QdS
2 Marzo 2025

Meloni: atto non dovuto, discrezionale

Meloni: atto non dovuto, discrezionale

venerdì 31 Gennaio 2025

Informazioni da valutare

Tutti i mezzi di informazione, scritti e parlati, televisivi, social, siti e via enumerando si sono sbizzarriti – attraverso i propri autori o coloro che hanno partecipato alle trasmissioni radio-televisive – a cercare di influenzare l’opinione pubblica su quanto abbia affermato il Procuratore capo della Repubblica, Francesco Lo Voi, e cioè che l’iscrizione nel registro degli indagati era obbligatoria.

Non ci permettiamo di entrare nel merito della questione perché ogni magistrato requirente ha non solo il dovere, ma anche il diritto di stabilire se sia opportuno iniziare un’indagine o meno. Infatti, nelle Procure dei ventisei distretti giudiziari italiani arrivano notizie di ogni tipo, denunzie di ogni tipo, querele e altri documenti che vanno valutati. Per cui è assolutamente necessario che ogni capo della Procura e i suoi aggiunti e sostituti valutino questa marea di documenti che arrivano, per stabilire se attivare le inchieste e, in caso affermativo, definire quale precedenza debbano avere secondo la valutazione del pool e del procuratore capo, in testa.

È dunque pacifico (previsto dal Codice di procura penale) che si debba effettuare un vaglio preventivo di tutte le informazioni che arrivano nelle Procure e poi decidere di iscrivere le notizie di reato in base a diversi modelli che elenchiamo.

Il modello 21, “quando risulti individuato il nome del presunto autore”, prevede la cosiddetta informazione (erroneamente denominata dalla stampa “avviso”) di garanzia al presunto autore. In alternativa, esiste il modello 21 bis per i reati attribuiti alla competenza del giudice di pace presso la Procura della Repubblica del Tribunale.

Vi è ancora il modello 44 che è il “registro delle notizie di reato a carico delle persone ignote”. Inoltre vi è il modello 45 “relativo agli atti non costituenti notizie di reato”. Infine vi è il modello 46 ove vengono iscritte le notizie anonime.

Dal quadro che abbiamo puntualmente elencato si evince come il Procuratore capo abbia almeno cinque possibilità fra cui scegliere, cioé quella più idonea alla fattispecie che arriva alla sua attenzione.
Dunque, ribadiamo che esiste di fatto questo vaglio preliminare delle notizie dal quale poi scaturisce la decisione del Procuratore capo. Dal che si deduce che non vi è mai un atto dovuto quando arriva una notizia in Procura. L’atto dovuto, cioè l’iscrizione nel registro degli indagati, comporta l’emissione dell’informazione di garanzia.

Non si capisce perché, dato il quadro che abbiamo descritto semplicemente, le informazioni che sono circolate in questi giorni hanno continuato a ribattere questa necessità di iscrivere la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano nel registro degli indagati, tentando di far passare tale iscrizione come obbligatoria, mentre in effetti è scaturita dalla valutazione legittima del Procuratore capo di Roma sulla scorta della denunzia effettuata dall’avvocato Luigi Li Gotti, anch’essa del tutto legittima.
I/le cittadini/e hanno il diritto di sapere come stanno le cose e noi, non essendo giuristi, ma cittadini/e che sanno leggere e scrivere, abbiamo riportato fatti incontrovertibili che vanno valutati per come sono.

È chiaro che tutta la vicenda finirà con la valutazione che farà il Tribunale dei ministri, ove è presente la maggioranza attuale, la quale ovviamente non potrà convalidare la richiesta della Procura di Roma. E allora ci chiediamo: se la fine di questa vicenda aveva solo una finalità mediatica, perché è stata messa in campo? Ovviamente per fini diversi da quelli giudiziari e questo non fa bene al vivere civile; non fa bene quando si strumentalizzano fatti per finalità diverse da quelle cui esse si riferiscono.

Alimentare una confusione nell’opinione pubblica, soprattutto in quella parte di essa formata da cittadini/e meno istruiti/e, è una deviazione inaccettabile nella Democrazia, ove tutti/e dovrebbero essere in condizione di valutare con la propria testa e non con quella degli altri. La manipolazione dell’informazione non è democratica, mentre si dovrebbe diffondere fra tutti i membri di una Comunità la cultura, basata sulla verità dei fatti e delle notizie.

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