La Sicilia si conferma tra le regioni italiane con la più bassa diffusione di acquisti su piattaforma e-commerce. Nel 2024, secondo i dati Istat elaborati dalla CGIA di Mestre, solo il 30,7% dei residenti – su 1,47 milioni di persone osservate – ha effettuato almeno un acquisto online nell’arco di dodici mesi. Un dato che posizione la regione al penultimo posto nella graduatoria nazionale, davanti soltanto alla Calabria (27,6%).
I dati della CGIA di Mestre
In testa alla classifica ci sono la Provincia autonoma di Trento (49,2%), la Valle d’Aosta (47,2%) e la Toscana (47%). In termini relativi, quasi un cittadino su due in queste aree utilizza regolarmente il commercio elettronico, contro meno di uno su tre in Sicilia. Allargando lo sguardo alle altre regioni del Sud, il passivo è minore.
Campania e Puglia si attestano rispettivamente al 32,9 e al 36,1%, mentre Basilicata e Molise non superano il 37%. Solo la Sardegna, con il 41,1%, mostra una penetrazione più elevata, pur restando lontana dai livelli del Centro-Nord. Il quadro restituisce quindi un Mezzogiorno complessivamente meno propenso al commercio sui canali digitali.
Il rapporto
Acquistare in un negozio fisico non è oggettivamente un segno di arretratezza; secondo il centro studi veneto l’e-commerce non sostituirà mai totalmente la vendita diretta, per questo nel suo rapporto la Cgia ha sottolineato l’importanza di rendere strutturali le misure a sostegno della digitalizzazione dei piccoli punti vendita.
“Non sono necessarie battaglie nostalgiche a difesa del commercio fisso, ma misure che favoriscano la concorrenza e la sostenibilità” si legge nel documento. Tra le altre priorità indicate ci sono: una fiscalità più equa sulle vendite digitali, interventi su affitti e tasse locali nei centri storici.
La differenza con gli altri stati europei
Se ci domandassimo se gli italiani preferiscono gli acquisti tramite e-commerce, la risposta sarebbe uguale se ponessimo la domanda per i siciliani. Nel confronto proposto dalla Cgia con gli altri stati europei, emergono differenze nette. Nel 2024 solo il 53,6% dei connazionali ha acquistato online almeno una volta, collocando l’Italia al 26° posto su 27 Paesi Ue. In Irlanda e Paesi Bassi la quota supera il 94%, mentre anche economie comparabili alla nostra come Francia e Germania viaggiano oltre il 77%. La crescita italiana rispetto al 2014 è comunque stata importante, ma pur sempre del +33,31% in dieci anni: cioè lo 0,28% al mese.
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