Immobiliare, in Sicilia regge il mercato dei mutui - QdS

Immobiliare, in Sicilia regge il mercato dei mutui

Immobiliare, in Sicilia regge il mercato dei mutui

mercoledì 04 Ottobre 2023

Istat, nel corso dello scorso anno sono state 17.082 le convenzioni notarili stipulate. Numeri in leggerissima contrazione nell’Isola, va peggio nel resto d’Italia

PALERMO – Nel 2022 il mercato dei mutui per acquisti immobiliari in Sicilia è riuscito a tenere il passo. Secondo i dati resi noti dall’Istat, nell’intero anno sono state 17.082 le convenzioni notarili stipulate per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare, appena lo 0,27% in meno rispetto all’anno precedente.

A livello nazionale la flessione è stata del 5,6%

Un buon risultato, se si pensa che a livello nazionale la flessione è stata del 5,6%. I numeri però non devono ingannare: se si va ad analizzare il dato dettagliato per singolo trimestre, i risultati migliori riguardano la prima parte dell’anno, quando, rispetto allo stesso periodo del 2021, è stato determinato un aumento dei mutui dell’11,7% nel primo trimestre, e del 4,1% nel secondo trimestre. La seconda parte dell’anno invece ha evidenziato una netta diminuzione dei valori registrati rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Nello specifico, si scende del 4,9% tra luglio e settembre, e del 12,7% a chiusura di anno.

Le previsioni per l’anno in corso non sono di certo rosee

Si tratta comunque di un risultato in perdita più contenuto di quello nazionale, che arriva al -17,2%. Se si tiene conto di questo andamento, le previsioni per l’anno in corso non sono di certo rosee, soprattutto perché riflettono un andamento comune a molte altre regioni, seppure in maniera più limitata.

A livello nazionale, nel quarto trimestre del 2022 le convenzioni notarili per mutui e altre forme di obbligazione per l’acquisto di immobili sono state 96.248 (-10,2% rispetto al trimestre precedente e -17,2% su base annua). Il calo interessa ugualmente sia le città metropolitane, che scendono del 17,3%, che nei piccoli centri, a -17,1%.

Sono proprio le Isole a segnare la minor flessione annua

In prospettiva annua, ancora, sono proprio le Isole a segnare la minor flessione annua, con -1,7% totale per il 2022, seguite dal Sud, al -3,3%. Quindi, il Nord Ovest, a -4,7%, il Centro, a -6%, e il Nord Est, a -4,7%. Se si va ad analizzare la serie storica, il punto di vista si fa più interessante: l’andamento del 2022 può configurarsi come un assestamento, dopo la grande crescita dei numeri del 2021.

La fase di stop del 2020, dovuta alla pandemia, che ha impedito fisicamente di espletare molte pratiche nei mesi delle limitazioni nei movimenti, oltre ad avere fermato molti negli acquisti, a causa dell’incertezza del momento, è stata ampiamente superata nel 2021, quando, tra primo e secondo trimestre sono stati segnati aumenti del 23 e del 45%. Il 2022 è stato quindi l’anno della stasi, dovuta anche, nella seconda parte dell’anno, al forte aumento delle spese per le famiglie, a causa della guerra in Ucraina, e all’aumento dei tassi di interesse sui mutui, che hanno reso la spesa inaffrontabile per molti, andando ad allineare i dati presenti con quelli del 2019, quando il mercato immobiliare viveva già una condizione di recessione.

Secondo l’analisi svolta dal sito Facile.it chi ha sottoscritto a inizio 2022 un mutuo a tasso variabile da 126 mila euro in 25 anni, ha subito in un anno e mezzo un esborso aggiuntivo totale di oltre 2.300 euro. Il dato è stato estrapolato basandosi su un campione di oltre 230 mila richieste di mutuo prima casa, raccolte tra il primo semestre 2021 e il primo semestre 2023. Il tasso (Tan) di partenza di gennaio 2022 era pari allo 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro.

A seguito dei diversi aumenti del costo del denaro messi in atto dalla Banca Centrale Europea per contrastare l’inflazione, il tasso di quel mutuo è salito notevolmente arrivando a sfiorare, ad agosto 2023, il 4,95% con una rata di circa 726 euro; dati alla mano, oggi il mutuatario si trova a pagare ben il 60% in più rispetto a inizio 2022 (+270 euro).

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