L'uomo, di 28 anni, combatteva nel conflitto in Ucraina ed era stato reclutato in Italia. Apparteneva a un gruppo criminale impegnato in più stati. I Carabinieri ora indagano sui finanziatori
Un uomo, G.R., di 28 anni, di Messina, è stato arrestato dai Carabinieri del Ros: combatteva come mercenario per le milizie filorusse nel conflitto in Ucraina.
L’arresto è avvenuto all’estero, dove il giovane si sarebbe trasferito dal 2016 per svolgere l’attività di “combattente illegittimo”. Aveva armamenti e uniformi tutte appartenenti all’esercito russo.
Era stato colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Messina per violazione della Convenzione internazionale di New York del 4 dicembre 1989 sul contrasto al fenomeno dei mercenari.
G. R., a quanto si è appreso, era stato reclutato in Italia e combatteva dal 2014 nel Donbass ed era inserito nell’organigramma di un gruppo criminale impegnato in più Stati.
L’uomo condivideva sui social le proprie attività militari con congiunti e amici, alcuni dei quali gli chiedevano consigli e indicazioni su come intraprendere la medesima attività.
Il Ros sta ora indagando sulla struttura organizzata attiva nell’area tra l’Italia e l’Ucraina.
Questa organizzazione, a quanto è emerso, recluta e finanzia mercenari destinati ad integrare le fila delle milizie separatiste filorusse nella regione del Donbass.
Particolarmente allarmanti sono risultati i rapporti dell’indagato messinese con altri mercenari e, in particolare, con Andrea Palmieri, livornese, detto “il generalissimo”, già destinatario di un mandato di arresto europeo in quanto ritenuto responsabile di arruolamento/reclutamento di mercenari a scopo terroristico/eversivo ed associazione per delinquere.
Sarebbe proprio Palmieri – ricercato in Ucraina – la figura mediatrice della struttura criminale che recluta gli italiani anche sui social. E il principale “reparto” è definito – traslitterato dal cirillico – “Rota”.
Le indagini dei Carabinieri del Ros si stanno concentrando ora sui finanziatori dell’organizzazione.
Sono infatti in corso perquisizioni per definire il ruolo di eventuali facilitatori che avrebbero agevolato e sostenuto, anche finanziariamente, le attività dei mercenari nel Donbass.