Messina, aree industriali nel degrado, occasione mancata di sviluppo - QdS

Messina, aree industriali nel degrado, occasione mancata di sviluppo

Lina Bruno

Messina, aree industriali nel degrado, occasione mancata di sviluppo

sabato 03 Dicembre 2022

Dai sindacati un appello a Irsap e Regione per il miglioramento dei servizi all’interno delle Asi. Chiesti interventi di recupero dell’esistente e un’adeguato potenziamento infrastrutturale

MESSINA – Un’altra scommessa persa. In quale altro modo si possono considerare le aree di sviluppo industriale in provincia se le segnalazioni che arrivano sono quelle di luoghi di degrado e non di crescita delle aziende? Il tema resta un tasto dolente per i Comuni, che avevano fatto grandi progetti su quelle zone, poi ridimensionati dagli eventi primo fra tutti il fallimento dell’esperimento degli undici Consorzi Asi nati nel 1984, di fatto dichiarato dalla Regione Sicilia, con la creazione dell’Irsap.

Nino Alibrandi, segretario generale della Cisl, torna a parlare, dopo le segnalazioni di ottobre, di disinteresse istituzionale. “Quello che registriamo da anni all’Irsap di Larderia – dice – è abbandono, menefreghismo, senso di trascuratezza. Perché un’azienda dovrebbe avere voglia di investirci capitale, mezzi, risorse umane?”.

Il rappresentante sindacale evidenzia il disagio registrato tra chi giornalmente è costretto a vivere e lavorare in una situazione difficile all’interno delle aree artigianali di Messina e Milazzo-Giammoro. “Un’area per larghi tratti lasciata all’incuria – sottolinea Alibrandi riferendosi a Giammoro – con capannoni abbandonati e strade dissestate. Come sindacato lo riteniamo una mancanza di rispetto nei confronti dei lavoratori e un grave handicap per un territorio che vuole attrarre investimenti e nuovi insediamenti industriali e produttivi”.

“L’Assessorato regionale – afferma Alibrandi – apra una riflessione seria sulla riforma strutturale del sistema. Non è possibile che la Regione scarichi i costi di gestione sui Comuni. L’Irsap non può defilarsi. Occorrerebbe un serio ragionamento e una reale valutazione della situazione attuale delle aree industriali anche alla luce degli importanti investimenti che potrebbero prospettarsi grazie ai fondi del Pnrr e della transizione energetica ed industriale”.

E sull’Area Asi di Larderia, attraverso un video, evidenzia altre gravi criticità: dai rifiuti, anche speciali, ai cartelli delle indicazioni non visibili per la vegetazione non curata. “Occorre un pressing forte da parte delle istituzioni – continua – affinché quest’area e quella di Milazzo-Giammoro, siano messe a sistema e a servizio del territorio. A Giammoro, per esempio, il nuovo pontile è una cattedrale nel deserto senza quelle necessarie interconnesioni viarie e ferroviarie. Così rischia di non avere una piena funzionalità. La Regione e l’Irsap hanno una pesante responsabilità. Pensate a un’area curata, con il verde gestito in maniera professionale, ad aree che possano dare alle aziende il piacere di ricevere ospiti o investitori. Ai lavoratori la possibilità di un ambiente di lavoro non lasciato nell’abbandono. E la possibilità, anche e soprattutto, di creare nuova occupazione: dai punti di ristoro adesso inesistenti, ai giardinieri che tengano in ordine il verde”.

“Sono soltanto due esempi – ribadisce Alibrandi – ma penso che possa rendere l’idea di come occorre investire per rendere attrattivo un territorio. Ed è fondamentale che tutti, dalle istituzioni ai sindacati di categoria, pretendiamo decoro e dignità per i luoghi di lavoro”.

Ma non ci sono soltanto Larderia e Giammoro. Le aree artigianali gestite dall’Irsap in provincia di Messina sono undici, alcune addirittura perimetrate senza che ci sa nulla dentro. “Bisogna ragionare – evidenzia ancora il sindacalista – in termini d’infrastrutturazione per collegarle alle vie ferroviarie e viarie per connetterle direttamente ed evitare commistioni con la mobilità urbana dei centri cittadini. A Patti le aziende che insistono nell’area artigianale sono isolate da tutto il resto del contesto produttivo e della mobilità”.

Nel luglio del 2002 con un decreto assessoriale della Regione Sicilia veniva approvato definitivamente il Prg Asi della provincia di Messina, prevedendo due zone industriali a Patti sulle due rive opposte del Timeto, e una a San Piero Patti, da collegare tra loro e all’autostrada con una strada a scorrimento veloce. Quell’arteria dopo vent’anni copre solo i pochi chilometri tra Patti e la contrada Colla Maffone di Librizzi. Per i lavori del terzo lotto siamo ancora alle indagini geognostiche, partite a ottobre, propedeutiche alla redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica e progetto definitivo.

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