Per introdurre lo scenario dove andrebbe a collocarsi il Ponte sullo Stretto, l'aggettivo usato nell'articolo per definire la città di Messina, è stato “down-at-heel”
Un articolo pubblicato nei giorni scorsi, dal Financial Times, intitolato “Italy’s Meloni seeks to resurrect “mythical” Sicily bridge project”, le due giornaliste, Amy Kazmin and Giuliana Ricozzi, della testata inglese inviate a Messina aprono l’articolo con una frase di un certo impatto: “In the heart of the down-at-heel city of Messina”.
Cosa dice l’articolo del Financial Times su Messina e la Sicilia
Se si volesse tradurre l’espressione “down-at-heel” in italiano, il termine più corretto è squallida e una buona parte dell’articolo si basa sulla premessa di descrivere quanto avviene “nel cuore della squallida città di Messina”.
E anche se non volessimo tradurre letteralmente il termine “sotto il tacco, o sotto lo stivale”, il resto dell’articolo esprime in modo più chiaro ciò che le due giornaliste hanno voluto far capire ai loro lettori. Ovvero il contesto dove andrebbe a collocarsi il Ponte sullo Stretto.
Il Financial Times, descrive la Sicilia come “una delle regioni più povere e meno sviluppate d’Italia” facendo emergere una descrizione di Messina come fosse una città del terzo mondo.
Proseguendo nella lettura le due giornaliste del Financial Times scrivono: “Oltre ai voli costosi, i traghetti sono l’unico modo per i siciliani o le loro merci di raggiungere il continente, una dipendenza che contribuisce a un senso di isolamento e abbandono”.
Il “mitico” ponte sullo Stretto di Messina, le criticità della rete stradale e ferroviaria
L’articolo del Financial Times vuole descrivere, quindi, il contesto in cui sorgerà il nuovo ponte facendo emergere le criticità della Sicilia e del messinese.
Si legge ancora: “Gli oppositori affermano che la terribile rete stradale e ferroviaria interna della Sicilia limita la potenziale utilità del costoso ponte, mentre anche la crescita del trasporto marittimo a corto raggio come alternativa ecologica al trasporto su strada rende il progetto obsoleto”.
Non sarà di certo un articolo del Financial Times a ricordarci le “condizioni critiche” su cui poggiano le fondamenta di un progetto infrastrutturale vecchio mezzo secolo, ma ancora una volta agli occhi del mondo e della stampa straniera la Sicilia appare per quello che potrebbe essere e che ancora non lo è.