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Un libro fra storia, imprenditoria e comunicazione, la biografia di Tregua racconta tutta la Sicilia

Lina Bruno

Un libro fra storia, imprenditoria e comunicazione, la biografia di Tregua racconta tutta la Sicilia

mercoledì 18 Maggio 2022

Presentato nell’Università di Messina il volume dedicato a Carlo Alberto Tregua. Perché la sua vita è stata un’impresa, secondo il rettore Cuzzocrea è “un atto d’amore per questa terra”

MESSINA – “Un atto d’amore per questa terra. Poteva fare l’imprenditore da qualsiasi altra parte, ma ha scelto la Sicilia per creare un’attività e realizzare i suoi sogni”. Così il rettore dell’Università degli studi di Messina, Salvatore Cuzzocrea, ha presentato il libro “Perché la sua vita è stata un’impresa”, pubblicato da A&B Editrice, biografia di Carlo Alberto Tregua, fondatore del Quotidiano di Sicilia, scritta dal giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso, autore di numerose pubblicazioni tra cui romanzi, raccolte di racconti e saggi.

In un luogo simbolo della cultura, la sede dell’Accademia dei Pericolanti, situata all’interno del Rettorato, a discutere con l’autore e il protagonista del libro sono stati due docenti dell’Ateneo messinese, Daniela Rupo, ordinario di Economia, e Francesco Pira, associato di Sociologia e delegato per la Comunicazione del rettore. Tra gli intervenuti anche il tenente Giuseppe Bonfardino della compagnia Messina centro, in rappresentanza del comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Marco Carletti, e il commissario capo della Polizia di Stato Salvatore Gulizia in rappresentanza del questore Gabriella Ioppolo. Un particolare ringraziamento è stato fatto alla casa editrice Bonanno, di cui A&B è una costola, diretta da Pina Labanca.

I siciliani devono pretendere di più, dalle Istituzioni, da chi ha responsabilità ma anche da se stessi. E in questo contesto “la stampa – ha sottolineato Cuzzocrea – ha un suo importante ruolo, ci consente di capire gli errori che facciamo”.

Il rettore ha colto anche l’occasione per sottolineare i tanti traguardi raggiunti dall’Ateneo messinese negli ultimi anni: “Ho preteso di più e oggi c’è un’Università totalmente diversa rispetto a quella che ho trovato. Qualcuno si meraviglia ch’io vada a fare orientamento nelle scuole, perché prima non si faceva, ma per me è normale. Sono anche professore e cerco di coinvolgere i giovani a iscriversi all’Università. Abbiamo organizzato tanti corsi per lavoratori, sottoscritto tante intese con le istituzioni e protocolli di legalità, tutti i nostri atti sono automaticamente trasmessi alla Guardia di Finanza, segno di un’amministrazione che vuole cambiare nel solco di chi vuole cambiare questa regione”.

“Grazie per questo libro – ha concluso il rettore – per raccontare il mio impegno ho preso spunto dalla passione con cui Tregua ha svolto la propria professione”.

Una biografia corale, che narra attraverso la vita dell’imprenditore Carlo Alberto Tregua la storia di un intero territorio, quello catanese. Giuseppe Lazzaro Danzuso si è soffermato sul “personaggio” Carlo Alberto Tregua. “Il Gattopardo – ha detto – era una critica di Tomasi di Lampedusa alla sua classe ed è diventata una croce che ci portiamo addosso. In Sicilia l’unica cosa che non si perdona è quella di fare e quindi qualunque imprenditore è morto in partenza. Unica eccezione a questo è quando chi fa diventa un ‘personaggio’. Tregua ha sempre seguito una sua strada, ha un tratto umano che lo fa ‘personaggio’ e poi consente a tutti coloro i quali non perdonano chi fa di vederlo come una sorta di emblema”.

Raccontiamo ottant’anni di storia di un territorio – ha aggiunto lo scrittore – e punteggio il libro con delle canzoni per raccapezzarmi, dei versi per capire di cosa stiamo parlando. Cito anche una canzone di Checco Zalone sul Ponte sullo Stretto, di cui si continua a parlare senza mai realizzarlo”.

“Alla fine – ha concluso – siamo sempre la vecchia Sicilia, tra le tragedie greche e la farsa. E naturalmente chi riesce, in un mondo così fatto, a mostrarsi capace di fare ed è tanto abile da farsi perdonare, risulta un soggetto degno di nota. Proprio come Tregua”.

Si è detto quasi confuso il protagonista del libro per le tante parole spese durante la presentazione nei suoi confronti, per “l’impresa” che è riuscito a creare. Un misto di emozioni, tra cui anche, ovviamente, un pizzico di emozione. “Non credo di aver fatto nulla di straordinario – ha detto – sono uno che voleva lavorare, sperando che il proprio lavoro potesse dare i risultati che aveva programmato. La cosa che mi piace di più di questi oltre ottant’anni sono gli incontri che ho avuto con tante personalità. Grande emozione è stata per me conoscere Sergio Mattarella, che ci venne a trovare nel 1999 nella veste di vice presidente del Consiglio. Con i Forum del Quotidiano di Sicilia abbiamo spesso dato la possibilità ai nostri ospiti di dire cose che normalmente nei giornali non troviamo. Diamo voce a quello che non fa notizia, agli esempi positivi, perché vengano presi come modello”.

Tregua ha poi concluso con un cenno al Ponte sullo Stretto e alla sua mancata realizzazione. Il Quotidiano di Sicilia in questi anni ha dedicato tante pagine a quest’opera, ritenuta fondamentale per la crescita del Mezzogiorno ma non solo. “Il contratto – ha affermato – esiste già, bisogna soltanto volerlo fare. Non siamo figli di un dio minore, ma dobbiamo essere convinti di questo, senza continuare a stare con la mano tesa. La cultura del favore affossa la società. Ogni siciliano deve pensare con la propria testa”.

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