MESSINA – Un percorso verso la bonifica e riqualificazione, che non sarà breve nè facile, ma che almeno è iniziato.
La notizia dello stanziamento da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) di 20 milioni di euro previsti per la bonifica, lascia ben sperare. Il soggetto attuatore sarà l’Autorità di sistema portuale dello Stretto. A sbloccare i fondi è stato un emendamento di Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia e sottosegretaria di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, approvato nella scorsa legislatura.
Zona Falcata, una bonifica attesa da decenni
“Un traguardo importante – ha commenta Siracusano – che Messina attendeva da decenni, raggiunto dopo anni di duro lavoro parlamentare, di studio e di approfondimenti, di ripetute e positive interlocuzioni con il governo. Finalmente si potrà avviare la bonifica di uno dei quadranti più affascinanti della città, operazione propedeutica al suo futuro e definitivo risanamento, compresa la Real Cittadella e gli altri edifici storici. L’obiettivo, in prospettiva, è quello di far tornare la zona Falcata ad essere un punto di riferimento per i messinesi, valorizzando pienamente tutto il territorio che insiste nelle vicinanze del Porto, per un rilancio turistico e commerciale. Adesso toccherà a ciascun attore in campo essere protagonista ed in grado di vincere le sfide che avremo di fronte”.
Lo smaltimento rifiuti in prossimità della Real Cittadella
A marzo era stato affidato lo studio di fattibilità tecnica ed economica del progetto di riqualificazione dell’area all’architetto reggino Alfonso Femia, vincitore della gara d’appalto avviata a fine 2023 dall’Authority. I prossimi passi dovranno essere dedicati alle complesse opere di caratterizzazione e successivo smaltimento dei rifiuti presenti in notevole quantità in prossimità della Real Cittadella vincolata dalla Soprintendenza per la sua valenza storico artistica. Un lavoro lungo, per il quale serviranno ulteriori finanziamenti, si parla di oltre 80 milioni di euro, ma è complicato fare una stima realistica. Si parte quindi da quei 20 milioni e oltre due anni di lavoro nella prima fase per avviare la bonifica della Zona Falcata.
Dati che sono emersi dal progetto di fattibilità tecnico economica fatto realizzare dall’Autorità di sistema portuale dello Stretto per la rimozione delle fonti primarie e secondarie di inquinamento dei terreni dell’area. In più di tre mesi di lavoro la Hp3 engineering ha censito tutti i materiali contaminati ed i contaminanti che vanno rimossi e portati in discarica. Sono state trovate circa 40.000 tonnellate di materiale che deve essere smaltito, 25.000 sono terra e rocce un terzo delle quali è ritenuto pericoloso, 15.000 tonnellate sono i rifiuti, in gran parte però non pericolosi. Azioni che adesso dovrà guidare il contrammiraglio Antonio Ranieri, da novembre commissario straordinario dell’Adsp dello Stretto, nominato con decreto del ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Prende il posto di Mario Mega che ha lasciato, con non poca amarezza Messina, dopo suoi quattro anni di mandato.
Gli step preliminari alla bonifica
Il commissariamento di Ranieri non sarà breve, perché legato alla riforma della portualità italiana, alla quale stanno lavorando al Mit. Tra i tanti progetti avviati da Mega su cui Ranieri dovrà continuare a lavorare, non secondari sono quelli della riqualificazione della Zona Falcata. Ci sono degli step preliminari alla bonifica realizzati negli scorsi anni. Nel gennaio del 2022 si è conclusa la campagna d’indagine su oltre duemila metri quadri di superficie della zona Falcata, un lavoro che ha consentito di confermare lo stato di potenziale contaminazione dell’area situata all’ingresso del porto. Si è portato a termine l’attività di analisi, funzionale alla bonifica sostenibile avvalendosi di due partner tecnico-scientifici: la Sogesid, Società “in house” dei Ministeri della Transizione ecologica e delle infrastrutture e mobilità sostenibili, e l’Università di Messina.
Nel giugno 2021, sotto la supervisione tecnica di Sogesid, il raggruppamento di imprese individuato tramite gara a evidenza pubblica ha avviato le indagini sulle zone marine e terrestri, prelevando decine di campioni in grado di ricostruire lo stato delle matrici suolo e sottosuolo, sedimenti marini e acque sotterranee. In totale, sono diciassettemila le determinazioni analitiche raccolte, per un quadro che – a norma del Codice ambientale – ha confermato la diffusa contaminazione nella zona, con il superamento della “Concentrazione Soglia” per diversi inquinanti, tra cui metalli, idrocarburi pesanti, pesticidi e diossine, Pcb e furani. I risultati del Piano di caratterizzazione sono serviti da base per la definizione del “Modello concettuale definitivo” e per l’Analisi di rischio sanitario ambientale, sviluppati dall’Università di Messina con il supporto di Sogesid.

