L’Amministrazione Basile ha illustrato la propria strategia per lo sviluppo della città attraverso i progetti finanziati con risorse Ue. Puccio (Dg del Comune): "Non ricadere nell’oblìo del Ponte"
MESSINA – Tre programmazioni ad incastro e tante risorse disponibili fino al 2027 per cambiare il volto della città. Una sfida già iniziata e che i 222 milioni con cui si realizzeranno altri 30 progetti, dovrebbero contribuire a fare vincere. Il Pon metro plus è l’ultimo step a cui la Giunta ha lavorato intercettando finanziamenti per progetti che in molti casi sono complementare o di supporto ad altri presenti nel Pnrr e nel Pon 2014/2020. Un lavoro che l’Amministrazione ha fatto, come ha ribadito il sindaco Federico Basile, in continuità, seguendo una precisa strategia e intensificando azioni già in corso per “aggregare le forze imprenditoriali per lo sviluppo occupazionale locale, nell’ottica di un percorso strategico che porti nel medio e lungo termine alla rinascita della città”.
Nel Pon plus si prevedono anche opere pubbliche come le rampe di Giostra o la conversione del parcheggio di via La Farina a nodo di interscambio e di un centro direzionale per la gestione dei parcheggi; ma lo spazio maggiore lo occupa il rafforzamento dei servizi, nel settore sociale con progetti di inclusione, nel trasporto pubblico, nella digitalizzazione con la banca dati unificata per l’accelerazione dei processi amministrativi e il sistema di archiviazione e fruizione elettronica. Spazio poi anche alla rigenerazione urbana, all’efficientamento energetico e alle politiche per incrementare il turismo, dalla realizzazione del Museo virtuale Antonelliano – Casa museo di Antonello da Messina, alla promozione e recupero dei percorsi naturalistici e miglioramento della sicurezza della Pineta di Camaro.
“Tutte le misure di finanziamento a cui facciamo riferimento – spiega al QdS il direttore generale del Comune di Messina Salvo Puccio – da una parte confondono ma dall’altra dobbiamo essere bravi a farle intrecciare. Sul Pnrr abbiamo messo tutte le infrastrutture, la rigenerazione e centri di aggregazione, sul Pon anche infrastrutture ma principalmente servizi. Gli interventi sulla ‘Città del ragazzo’ stanno per iniziare e li faremo con i fondi del Pnrr, per creare sistemi in cui il sociale va a offrire i servizi alla comunità. La riqualificazione di “Casa Serena” era nell’agenda urbana e nel Pnrr e sono in corso i lavori, ma attraverso il Pon verranno creati servizi. L’obiettivo è cercare risorse che non si accavallino. Sul sociale non abbiamo messo infrastrutture o acquisto di appartamenti, che sono rimasti nella vecchia programmazione. Dobbiamo fare in modo che la città, quando uscirà dal piano di riequilibrio, possa far fronte alla gestione di tali necessità con proprie risorse. Alla fine di tutta questa programmazione la città deve cambiare volto”.
Ma come si colloca il Ponte in questa strategia?
“La mia paura personale – dice Puccio – è che si ricada nell’oblio del Ponte. Dal 2018 facevamo un ragionamento senza il Ponte, per noi la città doveva diventare turistica, ambientale, di servizi, non più la città dello Stretto come si era pensata prima con ragionamenti sulle opere compensative. Oggi Messina la stiamo pensando come un posto dove abbiamo le zone Zes dove andare ad investire, con la mobilità che funziona con la differenziata che funziona, un luogo dove le imprese pensano sia conveniente investire approfittando anche del prezzo degli immobili, che non è tra i più elevati. La mia paura è che con il Ponte si debba mettere in discussione tutto, abbiamo parlato con il ministro Salvini e gli abbiamo detto che per noi il Ponte va fatto ma la nostra visione non la cambiamo. Nella zona di Ganzirri non si sposta la nostra strategia di valorizzazione turistica e ambientale di Capo Peloro che comunque crediamo possa coesistere con la realizzazione del Ponte”. I cantieri delle programmazioni sono partiti, altri come quelli di ForestaMe partiranno a breve, per quelli del Ponte siamo ancora lontani.
La città in questi anni ha vissuto il limite della non realizzazione di questa grande opera ma anche quello di disegnare il suo futuro a fasi alterne a seconda degli orientamenti politici prevalenti, in certi periodi considerando il Ponte in certi altri escludendolo, il risultato è stato l’immobilismo. Messina ricorda inoltre il Dg del Comune Puccio oggi è tra le prime città per capacità di investimento ma ultima nella percezione da parte dei cittadini dei servizi esistenti. “Su questo con risorse del Pon Metro 2014/2020 abbiamo commissionato uno studio che pubblicheremo a giugno”.